Regione Siciliana
Assessorato regionale dei beni culturali e dell'identità siciliana
Dipartimento dei beni culturali e dell'identità siciliana

Servizio Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali del Mare
Home | Struttura | Progetti | Eventi | Itinerari | Normativa | Rassegna Stampa | U.r.p. | News | Credits

...
Progetto Atlantis 2012 - Recuperata un'anfora spagnola, un lingotto e una macina
La Soprintendenza del Mare con la collaborazione di un team di subacquei alto-fondalisti ha effettuato il recupero di alcuni reperti archeologici giacenti in due siti sottomarini nello Stretto di Messina in una batimetrica compresa tra i -95 ed i -115 metri. La raccolta mirata dei campioni in situ è il secondo step del progetto di ricerca archeo-sub “Atlantis”, che proprio nell’estate del 2011 ha portato al ritrovamento di due relitti di epoca romana, perfettamente integri, al largo di Capo Rasocolmo; il Messina 1 (-95 mt) ed il Messina 2 (-115 mt). Il progetto, ideato e proposto da Oloturia Sub, Bimaris Edizioni e Aurora Trust, in collaborazione con il Comune di Messina e con il coordinamento tecnico-scientifico della Soprintendenza del Mare – Unità Operativa IV, consiste nella mappatura dei fondali dello Stretto di Messina: le indagini, eseguite attraverso strumentazione ad alta frequenza, verifiche ROV e survey dirette, sono state concentrate su un’area di 49 km2, dalla foce del torrente Annunziata fino alla fascia costiera prospiciente l’abitato di Villafranca, in una batimetrica compresa tra i 50 ed i 150 metri. Oltre a rilevare la presenza di numerosi target d’interesse, le scansioni hanno consentito ai ricercatori di raccogliere dati sulla geomorfologia dei fondali locali. La squadra di alto-fondalisti, coordinata da Gianmichele Iaria del diving Oloturia Sub – istruttore e videoperatore subacqueo e composta dallo stesso Iaria, dall’archeologo Timmy Gambin, docente di Maritime Archaeology presso il Department of Classics & Archaeology – University of Malta, Fabio Maurotto, Antonio Ridolfi e con le indicazioni tecnico-scientifiche di Stefano Zangara dirigente della Soprintendenza del Mare, ha condotto due distinte immersioni a 95 e a 115 metri di profondità, nelle giornate di sabato 24 e domenica 25 novembre. L’intera operazione, che oltre alle attività in immersione ha richiesto 3 giorni di preparazione preventiva e che proseguirà con una successiva fase di analisi tecnica delle risultanze acquisite, ha messo in moto una complessa macchina organizzativa: nei due giorni di attività in mare anche 4 subacquei dello staff di Oloturia Sub si sono alternati in acqua per assistenza al team nella fase de compressiva. Per le operazioni di assistenza ci si è avvalsi anche della Squadra Navale della Polizia Municipale che ha fornito 2 subacquei per la sicurezza delle operazioni in mare e 3 uomini di appoggio in superficie con la motovedetta “ME2864 Pasquale Giliberto” e ospitando a bordo i reperti recuperati. Inoltre lo staff è stato coadiuvato da un medico rianimatore. L’imponente mole delle attrezzature ha previsto l’utilizzo di circa 50 bombole, caricate con miscele e impiegate nei due giorni dai quattro sommozzatori, oltre a due Rebreather – apparecchi di respirazione a circuito chiuso e di un gommone di assistenza con equipaggio Oloturia Sub e Soprintendenza del Mare abilitati al primo soccorso. Tutte le fasi, preparazione, assemblaggio delle attrezzature e fasi operative in acqua, sono state puntualmente documentate da fotografi subacquei e di superficie. I sommozzatori di fondo hanno effettuato i recuperi mirati di un’anfora spagnola dal relitto Messina 1, un lingotto in piombo con sigilli, una piccola macina ed una pietra di carico dal relitto Messina 2. I reperti, che adesso saranno analizzati dagli esperti, sicuramente restituiranno informazioni preziose circa la natura del carico delle due navi, sulla corretta datazione, sulle probabili rotte di navigazione e forse sulla dinamica dell’affondamento che presumibilmente è stato dovuto a condizioni meteo-marine avverse. Il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa: “L’importanza strategica dello Stretto di Messina è nota dalla notte dei tempi: le fonti storiche vi localizzano intensi flussi migratori e commerciali, cruciali per tutto il Mediterraneo. Da qui l’idea di realizzare una sofisticata campagna di ricerca strumentale in alto fondale, al fine di svelare i segreti di un tratto di mare così leggendario, ricostruire frammenti della sua storia e, da ultimo, integrare la mappatura dei relitti giacenti sui fondali peloritani”. A supervisionare le operazioni in mare il coordinatore del progetto Stefano Zangara, dirigente responsabile dell’Unità Operativa IV della Soprintendenza del Mare. “I due relitti sono molto particolari nel loro genere, una miniera di informazioni per noi che dobbiamo studiarli, ma soprattutto Atlantis è stato un grande successo per i risultati ottenuti, frutto di una complessa commistione di specializzazioni che unite in perfetta sinergia e per un unico obiettivo hanno dimostrato grande professionalità”. “Possiamo dirci soddisfatti dei risultati ottenuti dal progetto Atlantis,” ha commentato invece Timmy Gambin al termine delle operazioni. “Il carico era troppo prezioso per aspettare ancora per un recupero strumentale con i bracci meccanici del ROV; abbiamo quindi deciso di eseguire personalmente il recupero in situ di una selezione di campioni e consapevoli che a quelle profondità avremmo avuto circa 15 minuti di operatività sul fondo” ha spiegato Iaria prima dell’immersione. Un primato di tutto rispetto per il gruppo di ricerca di “Atlantis”: è infatti la prima volta che un tale team composto anche con un archeologo subacqueo si immerge così in profondità per effettuare un’ispezione ed un recupero. Ed il team già pianifica le fasi successive della campagna: ulteriori immersioni per la produzione di documentazione video degli interi areali e dei reperti sparsi, ma anche in relazione ai risultati delle analisi che si otterranno da quanto già prelevato. Saranno da pianificare anche le survey dirette sul terzo target denominato Messina 3, futura operazione che attualmente è al vaglio del gruppo di lavoro composto dagli archeologi e dai tecnici della Soprintendenza del Mare. La Capitaneria di Porto di Messina e l’Autorità Marittima dello Stretto hanno fornito, al team di ricerca, il necessario supporto e l’assistenza logistica nel corso di tutte le operazioni.

info:
Stefano Zangara - Unità Operativa IV Progettazione delle ricerche in alto fondale e degli itinerari culturali subacquei
sopmare.uo4@regione.sicilia.it
Ufficio Relazioni con il Pubblico
urp.sopmare@regione.sicilia.it


torna all'indice
indietro

Palazzetto Mirto - Via Lungarini, 9 - 90133 Palermo
Tel. +39 091 6172615 - fax +39 091 6230821
sopmare@regione.sicilia.it