Regione Siciliana
Assessorato Regionale Beni Culturali e Ambientali e P.I.
Dipartimento Beni Culturali e Ambientali ed E.P.

Soprintendenza del Mare
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RECUPERATA ANCORA IN FERRO IN LOCALITA' BUE MARINO
Favignana, novembre 2008

La località Bue Marino si trova sul fianco orientale dell’isola di Favignana, tra Punta San Vituzzu e Punta Marsala, presso quello stretto spazio di mare che la separa dalla costa siciliana. I fondali sono sabbiosi e caratterizzati dalla continua variabilità morfologica dovuta allo spostamento di dune subacquee a causa delle forti correnti generate dai bassi fondali e dalla ristrettezza del canale. Ampi cespugli di posidonia ne articolano e ne vivacizzano la fisionomia.
La zona è ricchissima di testimonianze archeologiche ma prive di alcuna contestualità proprio a causa delle forti correnti che da secoli spazzano violentemente il fondale spostando i reperti dai loro contesti originari. Tuttavia è stata da tempo segnalata la presenza di numerosissimi frammenti di anfore di varie epoche e tipologie. Sono abbondanti soprattutto i frammenti di anfore puniche, greco-italiche, romane repubblicane ed imperiali, ma anche tardo-antiche e medievali.
Oltre alle anfore che rappresentano la maggior parte dei reperti presenti si registra la presenza di ceramiche di altro tipo. Tra queste spiccano ciotole a vernice nera campana con palmette stampigliate (III secolo a. C.) e scodelle ad invetriatura stannifera a calotta (XII secolo), nonché frammenti di piccole anfore a superficie invetriata in verde e di scodelle carenate (VIII – IX secolo d. C.).
Dal medesimo spazio di mare proviene la ben nota fiasca in peltro contenente ancora vino, di epoca rinascimentale.
Un ulteriore rinvenimento si è aggiunto recentemente ed ha contribuito a far chiarezza su uno dei periodi del quale si riscontravano tenui indizi. Sul fondale sabbioso di 12 metri è stata identificata da Roberto Giuffrida (assistente capo della Polizia di Stato in servizio presso il IV Reparto Volo di Palermo Boccadifalco) che ne ha dato immediata notizia alla Soprintendenza del Mare, un’ancora in ferro della lunghezza di 1,70 metri, di un’epoca che oscilla tra il X ed il XIV secolo dopo Cristo, assolutamente integra. L’intervento è stato possibile grazie alla motovedetta della squadra nautica della Polizia di Stato di Trapani.
L’interesse del rinvenimento è dato dall’integrità dell’oggetto che raramente si registra per oggetti del genere poiché fragili e sottoposti alla forte corrosione del ferro; ma l’interesse è accresciuto dal fatto che l’ancora potrebbe contestualizzarsi con il relitto da cui proviene la fiasca in peltro citata ed aggiungere, pertanto, un importante tassello alla storia del nostro mare.



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