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Soprintendenza del Mare
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Indagini strumentali al Porto Grande di Siracusa per la riqualifica del banchinamento del Foro Italico e del Molo S. Antonio
Siracusa, ottobre 2008

Giorno 11 ottobre 2008 si è conclusa la fase delle indagini archeologiche subacquee strumentali all’interno del Porto Grande di Siracusa, propedeutiche alla realizzazione delle opere di riqualifica che prevedono ampliamenti del banchinamento, costruzioni di nuovi bracci di molo e dragaggi.
Il progetto di ricerca, elaborato dai tecnici della Soprintendenza del Mare, finanziato dal comune di Siracusa ed eseguito dalla Naval Service di Messina, prevede una approfondita esplorazione del fondale marino tramite una serie di interventi che mirano a tutelare le eventuali emergenze archeologiche e culturali che possono essere messe a rischio durante l’esecuzione dei lavori.
Per tre settimane è stata scandagliata con un Sub Bottom Profiler (Elac modificato) un’area di circa un milione di metri quadrati in tutte le zone che saranno oggetto di dragaggi e nelle aree marine che saranno colmate per ampliamenti di banchinamento o allungamenti di moli. Per la prima volta nelle indagini archeologiche subacquee strumentali è stata testata una nuova metodologia ideata dalla Soprintendenza del Mare e dalla ditta Pharos di Venezia che potrà avere sviluppi interessanti per il futuro delle ricerche: è stata armata una piccola imbarcazione con due trasduttori posizionati a 5 metri e in seguito a 2 metri di distanza fra di loro, per ottimizzare i tempi e vista l’estensione dell’area e delle relative strisciate da eseguire. Le due ecosonde della Elac hanno potuto infatti lavorare alternatamente, acquisendo in contemporanea tutti i dati senza eventuali interferenze che potevano essere causate da sovrapposizioni di onde acustiche e che strumenti convenzionali quali un Sub Bottom Profiler parametrico subiscono; si è avuta così una chiara lettura dei fondali dell’area indagata fino ad una profondità di 4/5 metri. I tecnici forniranno una mappa georeferenziata di tutte le anomalie presenti all’interno dei sedimenti del fondale che, rispetto ad una formazione geologica naturale, potrebbero risultare di tipo antropico; si passerà così alla fase successiva di ricerca. Sarà necessario allo scopo operare scavi subacquei con sorbone che possano lavorare sul fondale limo-argilloso presente nel Porto Grande al fine di individuare i soli “bersagli utili” di natura storico-culturale.




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