La collezione subacquea del
Museo archeologico “A. Salinas” è di recente formazione. Negli anni
1950-60 divennero più frequenti le scoperte di reperti recuperati sui
fondali marini. I primi sommozzatori siciliani (Ottavio Zanca, Cecè
Paladino, Mario Savona, Enzo Sole ed altri) collaborando attivamente in
quel decennio con la Soprintendenza Archeologica della Sicilia
Occidentale, arricchirono con i loro ritrovamenti il patrimonio del
Museo archeologico, formando così il nucleo primario della collezione
subacquea.
Le ancore in piombo
hanno perso il loro valore documentario a causa di recuperi casuali,
presentano senz'altro notevole interesse legato a motivi decorativi ed
alle iscrizioni.
Inoltre sono presenti un piccolo nucleo di Ancore in pietra .
Si tratta di pietre piatte con uno o più fori, nei quali si suppone
erano infilati spezzoni lignei e fissate le corde di tenuta. Nella
quasi totalità queste pietre vengono trovate senza contesti
archeologici, in bassi fondali e dunque risulta difficoltoso
distinguere fra pietre riconosciute come ancore o come corpi morti ( mazzera ),
per piccoli natanti, da usare nel luogo solito di ancoraggio. In
assenza di altri elementi è veramente difficile datarle poichè il loro
utilizzo è ancora in uso fra i pescatori. Le Anfore ,
esposte nel chiostro minore, sono frutto di una selezione tra gli
innumerevoli contenitori da trasporto conservati nei magazzini. Gli
esemplari si riferiscono a più tipologie: puniche, greche e romane
attribuibili a diverse correnti del commercio marittimo di prodotti
alimentari. Sono da riferirsi certamente a giacimenti di relitti di
navi onerarie dei quali però si è perduta l'esatta localizzazione.
Tra i reperti della Collezione spicca, il Bronzetto importato probabilmente dalla Fenicia e recuperato nel tratto di mare antistante Selinunte (TP) nel 1955. |
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Si tratta di una figura maschile barbata che rientra nell'iconografia Siro.-Palestinese del Dio Abbattente, si data I Millennio. |
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