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Palazzo Bellomo e le sue collezioni
Come pochi esempi uguali sia in Sicilia che nel resto d’Italia, il Museo Bellomo possiede una duplice forza di attrazione generata dalla sua specifica natura di monumento
architettonico svevo-catalano e dalle collezioni d’arte che possiede. Il fascino emanato da
questa alchimia che promana con forza non appena si varca la soglia d’ingresso rapisce il visitatore che comincia la visita con il consueto stupore di chi non si aspetta un simile gioiello d’architettura e d’arte. Basterebbe già essere museo di se stesso e invece, dentro i preziosi spazi svevi del pianterreno e catalani del piano superiore, sono esposte una serie di preziose opere che testimoniano l’elevatissimo livello di cultura e civiltà della città e del
territorio di Siracusa nei secoli. Il monumento risale all’età sveva; all’ingresso, infatti, all’incrocio dei costoloni nella volta di copertura, fa bella mostra di sé, altero, lo
stemma dell’aquila reale di Federico II. Successivamente, nel Quattrocento, quando il palazzo diviene proprietà dei Bellomo, nobili in stretto rapporto con il potere della Camera Reginale di Siracusa, viene ampliato e sopraelevato, con l’inserimento dello splendido scalone esterno. Nel 1725 viene venduto alle suore del monastero di San Benedetto, inglobando così l’attiguo palazzo Parisio. Nel 1976 ha aperto i battenti al pubblico nella veste che conosciamo.

 
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