1. Il presente decreto ha per scopo la definizione dei criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell'aria, il riordino delle competenze per la vigilanza, il controllo, la gestione e l'esercizio dei sistemi di rilevamento pubblici, nonché la regolamentazione delle situazioni di inquinamento atmosferico che determinano stati di allerta e/o di emergenza.
2. Gli obiettivi generali di un sistema di rilevamento della qualità dell'aria sono:
a) individuare le cause che determinano i fenomeni di inquinamento;b) fornire, attraverso la misura di specie inquinanti e di parametri meteorologici, un insieme di dati rappresentativi relativi ai processi di inquinamento atmosferico al fine di avere un quadro conoscitivo che consenta una più efficace tutela della salute pubblica e del territorio;
c) verificare la rispondenza di modelli fisico-matematici a rappresentare la dinamica spaziotemporale dei fenomeni dispersivi degli inquinanti in situazioni specifiche;
d) fornire indicazioni sia per la valutazione sistematica dei livelli di inquinamento sia per la previsione di situazioni di emergenza;
e) documentare il rispetto ovvero il superamento degli standards di qualità dell'aria nel territorio interessato.
1. Le disposizioni di carattere tecnico contenute nel presente decreto si applicano a tutti i sistemi di rilevamento qualità aria, pubblici, a quelli privati e/o di enti consortili nonché alle reti di rilevamento realizzate ai sensi dell'art. 6 della legge n. 880 del 18 dicembre 1973.
1. E' fatto obbligo a tutti i soggetti pubblici e privati titolari di sistemi di rilevamento di qualità dell'aria di comunicare ai Ministeri dell'ambiente e della sanità ed alla regione, entro sessanta giorni dalla pubblicazione del presente decreto, la scheda di identificazione del sistema nella quale vanno riportati almeno:
- numero di postazioni di misure, comprese le stazioni meteorologiche;2. I soggetti che intendono realizzare, integrare o modificare un sistema di monitoraggio devono darne comunicazione ai Ministeri dell'ambiente e della sanità ed alla regione entro sessanta giorni dall'entrata in funzione, indicandone le caratteristiche.
- tipo di inquinante o parametro fisico/meteorologico monitorato;
- tipo di analizzatore e/o strumentazione installata (automatico, manuale, metodo di misura);
- data di entrata in funzione;
- planimetria con indicazione del posizionamento dei punti i misura (scala 1:25.000);
- soggetto titolare e soggetto gestore, indirizzo;
- numero delle persone addette all'esercizio del sistema;
- tipo di vettore per la trasmissione dei segnali dalle postazioni di misura al centro raccolta dati.
1. Le reti di rilevamento automatiche devono essere dotate di un idoneo sistema di informazione, di carattere divulgativo, per i cittadini tale da permettere una semplice interpretazione "ecologica" e da realizzare secondo modalità e contenuti indicati dal Ministero dell'ambiente con appositi atti amministrativi a regioni e province.
1. Per le finalità di cui all'art. 1 e per la massima omogeneità e confrontabilità dei dati, i sistemi devono essere progettati e realizzati secondo i criteri riportati nell'allegato 1 al presente decreto.
1. Per l'aggiornamento normativo e tecnologico delle reti e di altri sistemi di rilevamento è istituita con decreto del Ministero dell'ambiente un'apposita commissione tecnico-scientifica composta da rappresentanti del Ministero dell'ambiente, del Ministero della sanità, delle regioni, dell'Istituto superiore di sanità, dell'ENEL e dell'ISPESL.
2. La commissione è presieduta dal direttore generale per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico ed acustico del Ministero dell'ambiente.
1. Ferme restando le vigenti competenze in materia di inquinamento atmosferico attribuite rispettivamente alle regioni, alle province ed ai comuni, il sistema di monitoraggio nazionale della qualità dell'aria è strutturato su tre livelli fondamentali:
a) livello di rilevamento su territorio provinciale;2. Le funzioni associate al livello provinciale sono tese a garantire il funzionamento del sistema di rilevamento, l'attendibilità delle misure, controllo e prevenzione di inquinamento.
b) livello regionale;
c) livello nazionale.
a) gestione tecnico-operativa delle reti pubbliche;3. Le funzioni associate al livello regionale consistono nel coordinamento dei sistemi provinciali.
b) supervisione dei sistemi di rilevamento;
c) valutazione igienico-sanitaria dei dati provenienti da tutte le reti, anche ai fini degli adeguamenti di cui al successivo art. 9.
4. Le funzioni associate al livello nazionale sono svolte dal Ministero dell'ambiente nell'ambito del Sistema informativo nazionale ambientale (SINA). La valutazione igienico-sanitaria dei dati di cui al precedente punto 2b) dell'art. 1 è di competenza del Ministero della sanità.
5. I sistemi di monitoraggio delle aree metropolitane, operano nell'ambito del livello provinciale.
6. Le reti automatiche realizzate in base alla legge n. 880/73, pur mantenendo la loro specificità di controllo devono adeguarsi alle caratteristiche tecniche della rete nazionale entro il 31 dicembre 1995.
1. Per il controllo di qualità dei dati, per la omologazione di strumentazioni, sensori e sistemi impiegati nelle reti di rilevamento, per la certificazione degli standard di taratura, il Ministero dell'ambiente di concerto con il Ministero della sanità provvederà, entro centoventi giorni dalla pubblicazione del presente decreto, alla individuazione dei soggetti abilitati allo svolgimento di suddetti servizi, nell'ambito di un riordino delle competenze.
Il Ministero dell'ambiente di concerto con il Ministero della
sanità definisce i livelli di attenzione e di allarme.
Le autorità regionali individueranno zone del territorio per le quali, a
causa del manifestarsi di condizioni meteorologiche sfavorevoli persistenti ed
alla presenza di sorgenti fisse o mobili con rilevante potenzialità emissiva,
possono verificarsi episodi acuti di inquinamento atmosferico da SO2, particelle
sospese, NO, CO ed ozono.
Le province o nel caso delle
aree metropolitane il sindaco, elaboreranno, per tali zone, piani di intervento
operativo nell'ambito di criteri generali stabiliti con decreto del Ministero
dell'ambiente di concerto con il Ministero della sanità entro centoventi giorni
dalla data del presente- decreto.
Nei suddetti piani
operativi saranno fornite indicazioni sui possibili provvedimenti da prendere
per ridurre i livelli di inquinamento e le conseguenze sulla popolazione e
sull'ambiente.
Sarà anche definita l'autorità preposta
alla gestione della situazione di allerta.
Nelle zone
predette la rete di rilevamento dovrà permettere la trasmissione in tempo reale
dei dati ralativi agli inquinanti sottoposti a procedura di allarme e dei
parametri meteorologici al fine di accertare il superamento dei livelli di
attenzione e di allarme. Il superamento dei livelli di attenzione e di allarme
deve essere notificato in tempo reale alle autorità designate. La rete di
rilevamento dovrà anche essere dotata di un sistema di aquisizione e di
elaborazione di dati relativi a specifici parametri chimico-fisici (nell'ambito
delle conoscenze scientifiche e tecniche disponibili) legati ai processi di
evoluzione temporale dellinquinamento al fine di individuare potenziali
situazioni di emergenza prima che si raggiungano le soglie di attenzione.
Il presente documento costituisce una guida tecnica per la definizione del progetto di una rete di monitoraggio della qualità dell'aria.
Premessa
Il progetto della rete di monitoraggio dovrà essere preceduto da uno studio dettagliato che evidenzi:
1.Tipologia dell'area soggetta a controllo (area urbana,
industriale, rurale, ecc.).
Natura ed entità delle
sorgenti di inquinamento presenti nell'area.
Caratteristiche meteo-climatiche e fisico-geomorfologiche dell'area in
esame.
Densità e distribuzione della
popolazione.
Eventuali altri elementi significativi per
la modellizzazione delle emissioni.
2. Gli elementi significativi per una modellizzazione delle emissioni di inquinanti e per la loro dispersione in atmosfera e al suolo, al fine di poter pervenire a una stima preventiva delle isoconcentrazioni al suolo con un anticipo di almeno 24 ore.
3. I criteri di localizzazione e di ripartizione delle stazioni di monitoraggio.
4. Una sintesi descrittiva dei criteri progettuali che hanno determinato le scelte di dimensionamento della rete, della localizzazione delle stazioni e dei rilevatori presenti in ciascuna stazione, della localizzazione degli strumenti per l'analisi dei parametri meteorologici, nonché delle previsioni di sviluppo o adeguamento futuro della rete. Dovranno inoltre essere descritte le eventuali modalità di adeguamento dei dati rilevati dalle stazioni fisse con campagne di monitoraggio specifiche, effettuate anche con l'ausilio di mezzi mobili.
Tale descrizione dovrà essere riportata in un'unica scheda di sintesi che preveda tra l'altro, per ogni stazione di monitoraggio:
- la localizzazione delle singole cabine(in elementi anagrafici e in coordinate UTM) e l'attribuzione di superficie territoriale prevista dal progetto;
- l'attribuzione funzionale di ciascuna stazione ( se cioè dedicata o meno al monitoraggio di situazioni sfavorevoli);
- il tipo e le caratteristiche tecniche degli analizzatori e della strumentazione presenti;
- le caratteristiche tecniche di resistenza agli agenti atmosferici delle singole cabine.
1. CRITERI DI PROGETTAZIONE DI UNA RETE DI RILEVAMENTO
RELATIVA AD AREE URBANE.
1.1. Definizioni.
Si definiscono inquinanti primari gli inquinanti direttamente
emessi dalle sorgenti di emissione, sia in fase gassosa che particellare (ossido
di carbonio, ossido di azoto, biossido di zolfo, idrocarburi volativi, metalli
ecc.).
Si definiscono inquinanti secondari le specie
chimiche derivanti da reazioni termiche o fotochimiche degli inquinanti primari
fra loro o con costituenti di base dell'atmosfera (ozono, biossido di azoto,
acido nitrico e nitroso, perossiacetilnitrato, nitrati, nitroderivati, acido
solorico e solfati ecc.).
Si definisce smog fotochimico
la presenza in atmosfera di inquinanti secondari generati da reazioni radicali
che coinvolgono ossidi di azoto e idrocarburi e che avvengono in presenza di
radiazioni ultraviolette (ozono, acido nitrico, PAN ossia perossiacetilnitrato,
ecc.).
Si definisce deposizione acida l'insieme dei
processi di trasferimento di specie acide dall'atmosfera alle superfici (suolo,
acqua ecc.) sia per via secca che per via umida (pioggia, nebbia, ecc.).
1.2. Parametri da valutare.
In base alla natura delle principali sorgenti di emissione che caratterizzano l'ambiente urbano (traffico autoveicolare, riscaldamento domestico) si individuano i seguenti parametri, relativi agli inquinanti primari e precursori degli inquinanti secondari, sui quali operare il monitoraggio:
1.3. Struttura della rete.
I parametri elencati al punto 2 possono essere determinati
utilizzando una rete a struttura articolata secondo la quale in ogni singola
stazione di rilevamento vengono determinati soltanto alcuni dei parametri
suddetti, compresi i parametri meteorologici, Infatti, mentre alcune specie
inquinanti sono soggette ad elevati gradienti spazio temporali (es. ossido di
carbonio) e quindi la misura della loro concentrazione diventa rappresentativa
solo in un'area circoscritta, altre specie hanno distribuzione parziale più
omogenea (SO2, NO2 ecc.) ed è quindi sufficiente misurare la loro concentrazione
solo in alcuni siti selezionati.
Per situazioni
particolari si può prevedere l'uso di rivelatori d'inquinanti basati su
tecnologie non convenzionali (confrontabili comunque con i metodi
tradizionali).
In questi casi si ottengono valori medi
spaziali di concentrazione su di un'area di elevata estensione, permettendo così
un'ulteriore ottimizzazione del numero delle stazioni di rilevamento.
Per alcuni inquinanti di origine fotochimica (ozono, PAN,
ecc.) la misura della loro concentrazione risulta più significativa se
effettuata in aree periferiche lontane da fonti di inquinamento diretto e poste
sottovento rispetto ai centri urbani.
La struttura
fondamentale di una rete urbana deve essere pianificata su:
A) Una o più stazioni di base o di riferimento sulla quale misurare tutti gli inquinanti primari e secondari elencati in 2 ed i parametri meteorologici di base nonché inquinanti non convenzionali da valutarsi con metodologie analitiche manuali. Tali stazioni debbono essere preferenzialmente localizzate in aree non direttamente interessate dalle sorgenti di emissione urbana (parchi, isole pedonali, ecc.).La dislocazione delle stazioni deve rispondere a criteri di rappresentatività rispetto agli obiettivi della rete. Tali criteri saranno oggetto di appositi regolamenti esecutivi che saranno pubblicati dal Ministero dell'ambiente. In ogni caso, la dislocazione delle stazioni potrà essere definita sulla base di specifiche campagne di misura condotte con stazioni rilocabili o con mezzi mobili.
B) Stazioni situate in zone ad elevata densità abitativa nelle quali misurare la concentrazione di alcuni inquinanti primari e secondari con particolare riferimento a NO2, idrocarburi, SO2, materiale particellare in sospensione con caratterizzazione della massa, del contenuto in piombo.
C) Stazioni situate in zone ad elevato traffico per la misura degli inquinanti emessi direttamente dal traffico autoveicolare (CO, idrocarburi volatili), situate in zone ad alto rischio espositivo quali strade ad elevato traffico e bassa ventilazione. In tal caso, i valori di concentrazione rilevati sono caratterizzati da una rappresentatività limitata alle vicinanze del punto di prelievo.
D) Stazioni situate in periferia od in aree suburbane finalizzate alla misura degli inquinanti fotochimici (NO 2, ozono, PAN) da pianificarsi sulla base di campagne preliminari di valutazione dello smog fotochimico particolarmente nei mesi estivi.
Tipo di stazione | A | B | C | D |
Classe | ||||
Inferiore a 500.000 | 1 | 2 | 2 | 1 |
Da 500.000 a 1.500.000 | 1 | 3 | 3 | 1 |
Superiore a 1.500.000 | 2 | 4 | 4 | 2 |
In caso di particolari situazioni urbanistiche,
meteo-climatiche o di inquinamento, è possibile prevedere un numero diverso di
stazioni con distribuzione tra le classi non rigorosamente proporzionale.
Per quanto riguarda i parametri meteorologici deve essere
perseguito un criterio di articolazione simile a quello descritto per i
parametri chimici.
Nelle stazioni di base debbono
essere valutati tutti i parametri meteo convenzionali, eventualmente compresi
quelli di interesse per la conoscenza della struttura dello strato limite.
Queste indicazioni dovrebbero essere integrate per la trasmissione di dati di
previsione (cartelli ITAV, ecc.).
Per queste finalità è
opportuna l'utilizzazione di sensori innovativi quali SODAR e RASS. Le stazioni
di tipo B e C debbono essere equipaggiate con sensori relativi alla direzione e
velocità del vento onde verificare la rappresentatività del sito di misura e
l'eventuale influenza di sorgenti vicine. Le stazioni di tipo C debbono essere
integrate con sensori di radiazione solare.
1.4. Criteri di progettazione di una rete per are industriali.
Nelle aree industriali, la struttura della rete dovrà tenere conto della tipologia delle emissioni, della struttura dell'insediamento produttivo in termini di quantità e qualità dei punti di emissione, della situazione meteorologica, ecc. Di conseguenza, per le reti in aree industriali non possono essere forniti criteri generali simili a quelli indicati per le aree urbane ma possono essere solo date raccomandazioni utili alla pianificazione e gestione della rete.
1.5. Parametri da valutare.
Come detto precedentemente, i parametri si riveriscono alla tipologia delle emissioni dell'insediamento. A tale proposito occorre osservare che alcuni inquinanti sono presenti nella quasi totalità delle emissioni industriali (SO2, NOx, sostanze organiche volatili, materiali particolato sospeso), mentre altri (piombo, fluoro, HCl, ecc.) sono presenti solo in emissioni specifiche per cui la rete sarà strutturata nelle seguenti classi di stazioni:
A) Stazione di base e di riferimento nella quale dovranno essere misurati tutti gli inquinanti di interesse per la protezione dell'ambiente e della salute relativamente ai processi produttivi. In tali stazioni dovranno essere anche misurati gli eventuali prodotti di trasformazione degli inquinanti emessi anche se per alcuni di essi occorre utilizzare metodi non automatici.Il numero di stazioni dei vari tipi è funzione di diversi parametri.
B) Stazioni di misura nell'intorno delle fonti di emissione che dovranno misurare la concentrazione delle specie di interesse per la fonte emittente.
A tale proposito dovranno essere privilegiate le misure effettuate con metodi automatici, continui e/o a basso tempo di risposta onde attivare eventuali allarmi nel più breve tempo possibile. Dette stazioni di misura dovranno preferibilmente essere disposte sottovento alla sorgente di inquinamento ed a distanze compatibili con le risultanze dei modelli di dispersione oppure definite mediante campagne di misura condotte con cabine rilocabili o con mezzi mobili.
C) Stazioni di misura situate a distanza per la valutazione di eventuali fenomeni di trasporto delle masse inquinanti particolarmente verso insediamenti abitativi. In tali stazioni dovranno essere misurati anche alcuni parametri relativi alla trasformazione chimica degli inquinanti primari.
1.6. Misure non automatiche.
Premessa.
La valutazione della qualità dell'aria, oltre ad essere
effettuata attraverso la misura della concentrazione di specie di interesse per
l'ambiente atmosferico mediante sensori automatici, può essere anche eseguita
mediante misure di concentrazione di specie che, per loro natura, non possono
essere determinate in modo automatico. Questo è il caso della misura di
inquinanti convenzionali come il piombo che richiede uno stadio di campionamento
del materiale particolato su filtro e successiva analisi del contenuto di piombo
mediante metodi chimico-analitici standard. Un altro caso può essere costituito
dalla misura di biossido di zolfo in stazioni remote nelle quali la
concentrazione di questo gas è talmente bassa da non poter essere valutata con
gli analizzatori normalmente utilizzati in atmosfere mediamente
inquinate.
In tutti questi casi si rende necessaria
l'integrazione di queste misure con quelle ricavate dai sensori automatici
secondo criteri di integrazione e rappresentatività dei due insiemi di
misura.
Specie da analizzare.
Le specie per le quali si richiedono procedure non automatiche
sono di varia natura ed interessano sia le reti urbane che industriali e remote
nonché gli inquinanti primari e secondari.
Sebbene non
sia possibile redigere un elenco completo degli inquinanti che vengono valutati
con metodi manuali, si riporta di seguito un elenco di sostanze che vengono
normalmente valutate con metodi manuali ed il principio di misura. Questo elenco
non comprende la misura di alcuni parametri che, sebbene non costituiscano
motivo di apprensione per la tutela della salute pubblica, ossia non sono
classificati come inquinanti, possono essere inclusi nei protocolli di misura di
una rete in quanto offrono l'opportunità di ottenere importanti informazioni sui
processi di emissione e di trasporto delle masse inquinanti.
Per quanto riguarda le atmosfere urbane, le misure interessano i
seguenti inquinanti:
1.7. Criteri di integrazione nelle reti automatiche.
La difficoltà di inserimento delle procedure non automatiche in
reti basate sull'utilizzazione di sensori automatici, è costituita dal fatto che
i parametri misurabili non possono entrare nelle procedure di allarme o di
contenimento delle emissioni nei casi in cui si evidenzi un netto peggioramento
della qualità dell'aria. A questo proposito è necessario osservare che le
procedure di allarme possono essere legate ad inquinanti in modo automatico,
specialmente in ambienti industriali. Inoltre, la misura degli inquinanti
mediante metodi non automatici è relativa a specie di interesse per la
valutazione della qualità dell'aria oppure che offrono importanti informazioni
per la gestione degli interventi a medio e lungo termine. Da questo punto di
vista, la misura di inquinanti con metodi manuali costituisce un elemento molto
importante nella gestione della rete.
L'integrazione
delle tecniche di misura manuali deve essere fatta attraverso l'automatizzazione
delle procedure di campionamento. Poiché i metodi di campionamento richiedono,
nella maggior parte dei casi, di un campionatore di tipo sequenziale che
assicura il collezionamento di un campione ogni 24 ore, le stazioni prescelte
per la misura di parametri non automatici, dovranno essere equipaggiate con un
campionatore automatico sequenziale che assicura il collezionamento di un
campione ogni 24 ore, le stazioni prescelte per la misura di parametri non
automatici, dovranno essere equipaggiate con un campionatore automatico
sequenziale avente le seguenti caratteristiche:
2. CARATTERISTICHE FUNZIONALI.
2.1. Generalità.
L'obiettivo di realizzare una rete di monitoraggio nazionale
come un sistema integrato di reti locali, esistenti o da realizzare, pone in
essere la necessità di standardizzare le metodiche di misura, validazione,
elaborazione, memorizzazione e presentazione dei dati.
Il progetto dovrà rispettare le caratteristiche funzionali di seguito
descritte.
Non sono strettamente vincolanti le
configurazioni dell'hardware purché siano rispettate le prescrizioni
funzionali.
2.2. Postazioni di misura degli inquinanti.
2.2.1. Caratteristiche e dislocazione delle postazioni.
Si fa riferimento ai paragrafi 7.2. e 7.1. del rapporto ISTISAN
89/10.
Il sistema di alloggiamento dei campionatori o
analizzatori deve consentire una adeguata espandibilità rispetto alla
configurazione standard definita al precedente paragrafo 1.3.
2.2.2. Caratteristiche dei sistemi di misura.
I sistemi di misura degli inquinanti atmosferici devono
rispettare le prescrizioni imposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 28 marzo 1983 e dal decreto del Presidente della Repubblica del 24
maggio 1988, n. 203.
In particolare, per i sistemi di
misura automatizzati, si applicano i criteri generali e le specifiche tecniche
di cui alla Appendice 10 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
28 marzo 1983.
I sistemi di misura automatici devono
essere corredati dalle apparecchiature necessarie per la taratura.
2.2.3. Sistema di acquisizione elaborazione e gestione delle apparecchiature.
2.2.3.1. Hardware.
L'hardware del sistema è costituito principalmente da:
a) isolamento dalla tensione di rete e dalle sue armoniche;Inoltre l'unità dovrà avere:
b) correzione automatica dell'offset;
c) misura di segnali campione ad alta precisione e stabilità.
2.2.3.2. Software.
Il micro periferico dovrà essere dotato di sistema operativo in
tempo reale per la gestione completa dell'hardware di postazione e del software
applicativo.
Il software di postazione sarà costituito
da:
a) programmi gestionali del microprocessore;I programmi gestionali del microprocessore oltre alla gestione dell'hardware di postazione devono provvedere alla gestione di tutte le anomalie dell'hardware stesso, dovrà quindi prevedere un archivio allarmi accessibile localmente o dal centro di raccolta dati. Gli allarmi devono essere presentati secondo un formato standard che preveda almeno, tempo, codice di postazione, descrizione in chiaro dell'anomalia.
b) programmi di acquisizione delle grandezze analogiche e digitali;
c) programmi applicativi;
d) programmi di taratura analizzatori di misura;
e) programmi di trasmissione e segnalazione al centro di raccolta dati;
f) programmi diagnostici di test;
g) programmi di inizializzazione;
h) programmi di interfaccia uomo-macchina.
Per il significato generale di validazione dei dati si fa riferimento al capitolo 9 del rapporto ISTISAN 89/10.lettura dei segnali con determinata frequenza (tipicamente 3 sec.); validazione delle grandezze rilevate; conversione delle misure nelle unità ingegneristiche fissate; memorizzazione delle grandezze in un'area accessibile all'operatore locale o al centro di raccolta dati (per la lettura diretta dell'ultimo valore acquisito).
1) limite di campo di misura alto/basso;In caso di non attendibilità la misura deve essere omessa automaticamente dalla scansione.
2) limite di attendibilità alto/basso;
3) limite di variazione tra due acquisizioni (limite incrementale);
4) presenza di anomalie nell'analizzatore o nella postazione;
5) taratura analizzatore non a buon fine;
6) tempo di attesa dopo taratura;
7) altri limiti previsti dagli analizzatori.
1) inizio taratura;La taratura degli analizzatori chimici verrà effettuata:
2) invio del comando di controllo taratura di zero;
3) attesa per un tempo t1 minuti da permettere il raggiungimento del regime dell'analizzatore;
4) rilievo del valore medio nei successivi t2 minuti della misura (zero effettivo dello strumento);
5) invio del comando di controllo di campo (span);
6) come al punto 3;
7) come al punto 4 (valore effettivo del punto della scala);
8) invio del comando per rimettere l'analizzatore in posizione di misura.
a) a garanzia di salvataggio dei dati memorizzati e relativi aggiornamenti;La data e l'ora devono inoltre essere aggiornate, in funzione della situazione al centro con cadenza automatica e con intervallo da prefissare in relazione alle esigenze delle apparecchiature.
b) verifiche di congruenza sullo stato del sistema e sui dati;
c) attivazione della taratura degli analizzatori e relative comunicazioni al centro;
d) aggiornamento della data e dell'ora con sincronizzazione con il centro.
2.3 Postazioni di misura parametri
meteorologici.
2.3.1 Caratteristiche e dislocazione delle postazioni, sensori di misura.
Si fa riferimento al capitolo 6 e ai paragrafi 7.2 e 7.3 del rapporto ISTISAN 89/10.
2.3.2 Sistema di acquisizione, elaborazione e gestione delle apparecchiature
2.3.2.1 Hardware.
Vale quanto descritto nel paragrafo 2.2.3.1 per le postazioni di misura degli inquinanti.
2.3.2.2 Software.
Valgono i criteri generali descritti nel paragrafo 2.2.3.2 per
le postazioni di misura degli inquinanti.
Il tipo, la
struttura e le funzioni dei pacchetti software, per quanto è applicabile ai
sensori di misura, sono quelli descritti nel suddetto paragrafo.
2.4 Centro di raccolta elaborazione dati e supervisione della rete.
2.4.1. Generalità.
Il centro di raccolta ha le seguenti funzioni principali:
2.4.2. Hardware.
L'hardware è costituito principalmente da:
2.4.3 Software.
Il software del sistema è costituito dalle seguenti classi di programmi:
a) gestire le comunicazioni tra centro di raccolta e postazioni;Le comunicazioni possono essere di tipo spontaneo delle postazioni periferiche al centro o su richiesta del centro.
b) aggiornamento del data base di sistema;
c) gestione delle segnalazioni di allarme provenienti dalle periferiche.
a) memorizzazione dei dati sulle cassette magnetiche;Esecuzione di modelli matematici in grado di prevedere l'evoluzione dell'inquinamento in diverse situazioni.
b) gestione del colloquio con calcolatori remoti;
c) calcolo dei valori di sintesi (medie mediane percentuali ecc.);
d) guida operatore;
e) gestione dell'archivio storico (lettura, copiatura cassette, elaborazione sui dati eventualmente richiesti).
1) acquisizione da parte del calcolatore remoto (nodo di concentrazione) di tutti i valori orari (o biorari) nonché dei dati di sintesi (medie mediane percentuali ecc.);Il protocollo di colloquio e il formato dei dati saranno definiti in relazione alla singola applicazione ove già esiste un nodo di concentrazione.
2) acquisizione del calcolatore remoto ove tecnicamente possibile dei valori istantanei o della media dell'ora in corso rilevati su una o più postazioni;
3) invio dal centro al nodo di concentrazione di messaggi opportuni nel caso di superamento di determinate soglie per i parametri di inquinamento.
MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DEI DATI
Tabella I
Rete di rilevamento ...........
Inquinante (1): ............... in ug/m3. Tempo mediazione: 24 ore.
Periodo osservazione: anno
Periodo rilevamento: da
..... a ........
STAZIONE |
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Tabella II
Rete di rilevamento ...........
Inquinante (1): ............... in (2)........................
Tempo mediazione: 1 ora. Periodo osservazione: anno
Periodo rilevamento: da ..... a ........
STAZIONE |
| |||||||
|
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|
|
|
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| ||
Tabella III
Rete di rilevamento
...........Stazione.....................
Inquinante
(1): ............... in....................... Tempo mediazione:................
Periodo osservazione: mese
MESE |
N. |
Media |
S |
| |||||
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| ||||
Gennaio | |||||||||
Febbraio | |||||||||
Marzo | |||||||||
Aprile | |||||||||
Maggio | |||||||||
Giugno | |||||||||
Luglio | |||||||||
Agosto | |||||||||
Settembre | |||||||||
Ottobre | |||||||||
Novembre | |||||||||
Dicembre | |||||||||
ANNO |
(1) Ozono = O3; ossido di carbonio | (5) 75 % del valore dello standard |
(2) 1 ora oppure 8 ore | (6) 100% del valore dello standard |
(3) 25% del valore dello standard | (7) 150% del valore dello standard |
(4) 50% del valore dello standard | (8) 200% del valore dello standard |
Tabella IV
Rete di rilevamento
...........Stazione.....................
Inquinante :
Fluoro in mg/m3 Tempo mediazione: 24 ore. Periodo
osservazione: mese
MESE |
N. |
Media |
S |
| |||
|
|
|
| ||||
Gennaio | |||||||
Febbraio | |||||||
Marzo | |||||||
Aprile | |||||||
Maggio | |||||||
Giugno | |||||||
Luglio | |||||||
Agosto | |||||||
Settembre | |||||||
Ottobre | |||||||
Novembre | |||||||
Dicembre | |||||||
ANNO |
(moduli I e II omessi)