5.0 ORGANIZZAZIONE ED AVVIO DELLE RACCOLTE DIFFERENZIATE

5.1 Situazione attuale della raccolta differenziata

Pur essendo presenti sul territorio attività, di RD è praticamente impossibile affermare oggi con un’accettabile approssimazione, quali siano le effettive percentuali fin qui raggiunte.

Le stesse, se rapportate agli obiettivi, sono sostanzialmente peraltro irrisorie, e quanto sia stato effettivamente avviato a recupero. Infatti la costituzione di una rete d’osservatori provinciali in grado di monitorare efficacemente la situazione non ha avuto corso.

Un dato ufficiale è quello riportato nel "Secondo rapporto sui rifiuti urbani e sugli imballaggio e rifiuti d’imballaggio" (pag. A.34), di cui in Tabella 5.1 sono riportati i valori relativi alla Regione Siciliana per l'anno 1977.

Tabella 5.1 Valori della raccolta differenziata in Sicilia

Frazione merceologica raccolta

Quantità (tonn)

Percentuale sul totale della raccolta (%)

totale RD (%)

Frazione organica

104,56

0,0041

0,41

Vetro

14.540,09

0,5710

57,46

Carta

3.687,61

0,1448

14,57

Plastica

970,09

0,0381

3,83

Alluminio

8,96

0,0004

0,04

Farmaci

96,38

0,0038

0,38

Pile

50,44

0,0020

0,20

Contenitori T/F

8,81

0,0003

0,03

Ingombranti

5.151,19

0,2023

20,36

Altro

688,30

0,0270

2,72

Totale

25.306,43

0,9937

100,00

 

Appare del tutto evidente che non è possibile immaginare altra soluzione che un "Piano d’avvio" che colga tutte le diverse condizioni e che lo sviluppo della RD dovrà essere articolato tenendo conto delle diverse potenzialità impiantistiche a disposizione ed in essere.

5.2 Obiettivi e finalità della Raccolta Differenziata

Tutti i Comuni della regione Siciliana dovranno attuare la raccolta differenziata preferibilmente monomateriale . Entro i due anni successivi dall’avvio del presente PIER, dovranno aver raggiunto complessivamente il rispettivo obiettivo provinciale.

L’organizzazione della raccolta R.D. andrà progettata in modo da garantire il più possibile l’unitarietà degli interventi. I servizi di R.D. potranno essere diversificati in base alle peculiarità locali in funzione, per esempio, della maggiore o minore densità abitativa, produzione di rifiuti stagionali, e/o specifiche produzioni, ecc.

La predisposizione dei progetti di R.D. deve avvenire tenendo conto del contributo di tutti i soggetti potenzialmente coinvolgibili sul territorio (associazioni di volontariato, associazioni ambientaliste, categorie produttive, specifiche utenze commerciali di servizio).

In linea generale, sotto il profilo dell’organizzazione e della gestione del sistema della Raccolta Differenziata si prevedono, sulla base dei singoli regolamenti comunali, le due seguenti tipologie di raccolta:

a) servizio di raccolta monomateriale per le seguenti frazioni:

- frazione riciclabile secco come: carta; plastica; metalli e vetro;

-frazione organica per produzione di Compost;

-pile e farmaci scaduti.

b) una (o più) "isole ecologiche" per il primo condizionamento delle altre frazioni già raccolte e per il conferimento, lo stoccaggio d’altre frazioni conferite direttamente quali:

- legno, acciaio ed altri metalli; - ingombranti (mobili, materassi, ecc.); - beni durevoli (piccoli e grandi elettrodomestici, elettrici ed elettronici, ecc.); - batterie ed accumulatori al piombo; - oli esausti (minerali e vegetali); - rifiuti urbani pericolosi; - pneumatici; - teli agricoli ed altri materiali in polietilene; - inerti da circuito urbano.

5.3 La struttura prevista

Ciascuna provincia sarà dotata prioritariamente della seguente impiantistica:

  • punti di raccolta e/o Isole Ecologiche e mezzi di trasporto;

  • centri comunali di raccolta. Per i comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti dovranno essere prese in considerazioni ipotesi d’accorpamento. A tal fine e per contenere i costi dovranno essere esaminate proposte per un’aggregazione dei comuni e una localizzazione tendenziale delle piazzole ecologiche tale da consentire, pur nel rispetto dei vincoli territoriali, la realizzazione d’impianti di dimensioni compatibili sia con l'esigenza d’economie di scala che con l'esigenza di non gravare un carico eccessivo su pochi siti;

  • almeno un impianto di compostaggio provinciale, per le provincie metropolitane di Palermo, Catania e Messina almeno due impianti;

  • inoltre potranno essere previsti impianti di compostaggio modulari e/o di piccola taglia. Per tali impianti dovranno tendenzialmente essere presi in considerazioni soluzioni impiantistiche basate su taglie di 5.000/10.000 tonn/anno, tale soluzione è da ricercarsi anche per quelle realtà territoriali in cui siano particolarmente concentrate sia la produzione dei RSU sia la presenza di numerosi scarti provenienti da attività agricola;

  • piattaforme, dove previste, di cui al p.to 3.3;

  • centri di conferimento CONAI.

Sarà infine necessario un sostegno garantito da un’adeguata attività di comunicazione, informazione, sensibilizzazione, coinvolgimento dei cittadini in generale e di specifici segmenti della popolazione. Dovrà infatti essere attivato un sistema di comunicazione strettamente correlato al sistema di raccolte che sarà attivato.

5.3.1 Punti di raccolta e/o Isole Ecologiche

Per "Punti di Raccolta e/o Isole Ecologiche" s’intendono quelle aree diffuse sul territorio Comunale dove ubicare i contenitori e/o le campane stradali che fungono da "primo centro di conferimento" delle frazioni raccolte in forma differenziata da utenze domiciliari, artigianali e commerciali. Tali contenitori e campane avranno volumi differenti in ragione delle singole tipologie di materiale da raccogliere e d’utenza da servire e saranno adibiti alla raccolta monomateriale in fase di regime.

I punti di raccolta diffusi sul territorio, al fine di ottenere risultati ottimali e raggiungere gli obiettivi prefissati, dovranno essere disposti in modo da:

- non superare i 200 metri di distanza tra i punti di raccolta e gli utenti ;

- definire il numero massimo d’abitanti gravitanti su ogni punto di raccolta per rendere il conferimento efficiente .

Tutti i punti di raccolta a servizio della R.D. saranno definiti ed individuati nei regolamenti comunali. Tali regolamenti saranno redatti dai competenti uffici comunali. In caso d’accertata e dichiarata carenza d’organico degli stessi uffici, i regolamenti saranno redatti con assoluta priorità dai competenti uffici delle Provincie regionali che, comunque, forniranno ogni possibile supporto tecnico. Il Commissario delegato Presidente della regione, al fine di omogeneizzare azioni e modalità, emanerà un regolamento tipo in base ai criteri tecnico-economici per l’organizzazione dei servizi di R.D. di cui al successivo punto 5.10.3. In caso d’inadempienza da parte dei Comuni s’interverrà in via sostitutiva ai sensi dell’art. 24 della L.R. n.44/91.

5.3.2 Centro Comunale di Raccolta (C.C.R.)

Per CCR s’intende un’area attrezzata a livello Comunale che ha essenzialmente la funzione di stoccaggio provvisorio in sicurezza di più tipologie di materiali: primo stoccaggio delle frazioni raccolte in modo differenziato da avviare al recupero, sia di RSU differenziati, sia di RUP ed ingombranti, da avviare successivamente allo smaltimento.

Il CCR ha anche la funzione di permettere lo stoccaggio provvisorio di materiale conferito in modo che si raggiungano quantità tali da renderne conveniente il trasporto ai rispettivi centri di trattamento o smaltimento.

Presso i CCR a livello Comunale, sarà e conferito inoltre il seguente materiale: beni durevoli (Frigoriferi, surgelatori e congelatori, televisori, computers, lavatrici e lavastoviglie, condizionatori d’aria, ecc.), legno; beni in polietilene; batterie al piombo e rifiuti piombosi; prodotti e contenitori etichettati T e/o F; lampade a scarico e tubi catodici; rifiuti ingombranti; residui vegetali; pneumatici; oli e grassi vegetali ed animali; altri rifiuti pericolosi.

In particolare per quanto concerne il conferimento di batterie al piombo e rifiuti piombosi nei CCR, lo stesso rappresenta un ulteriore sito aggiuntivo rispetto a quelli già individuati sul territorio dal COBAT. Analogamente per quanto concerne i beni in polietilene e per gli oli e grassi vegetali ed animali si procederà allo stoccaggio all’atto dell’attivazione dei Consorzi di cui agli articoli 47 e 48 del Decreto Legislativo 22/97.

Fermo restando che tale area è a servizio dell’intero territorio Comunale tuttavia, in relazione a particolare esigenze connesse alle caratteristiche locali di popolazione ed estensione, si potrà realizzare il CCR a servizio di due o più Comuni nelle zone interne o più CCR a servizio di un singolo Comune (es. a livello di circoscrizione).

I CCR dovranno essere accessibili al pubblico, prevedendo appositi percorsi, e saranno dotate di sistemi di controllo e sorveglianza rappresentando quindi la struttura di conferimento "dedicata" per quelle frazioni che, per problemi di sicurezza, igiene o dimensione non possono essere capillarmente raccolti.

Di ciò, a cura degli stessi Comuni dovrà essere data ampia e dettagliata pubblicizzazione, anche a livello scolastico, al fine di evitare l'abbandono dei rifiuti riciclabili, pericolosi e ingombranti al di fuori dell’isola ecologica o presso i centri di raccolta.

Ciascun CCR dovrà essere attrezzata con contenitori specifici e strutturati in modo tale da poter stoccare, in sicurezza, soprattutto i rifiuti pericolosi che saranno consegnati; dovranno inoltre essere presenti serbatoi per contenere gli oli usati e quelli esausti, conferite dai cittadini e ad integrazione della rete di raccolta già effettuata dai Consorzi obbligatori.

Una parte del CCR dovrà essere adibita alla ricezione dei residui vegetali (sfalci delle potature dei giardini, ecc.) conferiti dai cittadini

Esso dovrà essere ben recintato e custodito nelle ore d’apertura al fine di evitare conferimenti abusivi.

5.3.3 Centro subcomprensoriale di selezione e valorizzazione del rifiuto inorganico proveniente da R.D. (C.C.S.V)

Il CCSV è costituito da un impianto di selezione e valorizzazione del materiale inorganico proveniente da RD. Tali impianti dovranno accorpare bacini che mediamente potranno oscillare tra gli 80 mila e i 120 mila abitanti.

Il sistema dovrà prevedere un impianto di selezione e successiva valorizzazione del materiale al fine di ottenere una frazione di rifiuto assimilabile alle materie prime seconde (MPS). Il Commissario delegato Presidente della Regione provvederà a predisporre opportuni collegamenti tra i CCR e i CCSV, e quest’ultimi tra loro, al fine di garantire un collegamento in tempo reale con il mercato delle MPS.

5.3.4 Impianti di compostaggio

Tali impianti devono essere progettati per far fronte alla trasformazione Frazione Organica raccolta in modo differenziato per garantire la produzione di un ammendante organico d’elevata qualità che possa avere quindi concreti sbocchi commerciali non soltanto teorici od occasionali.

5.3.4.1 Impianti di compostaggio provinciali

Detta sezione impiantistica opererà in un capannone chiuso al cui interno sarà conferito l’organico da raccolta differenziata, sfalci, potature e lavorazioni agricole.

La frazione in ingresso sarà allocata sulla pavimentazione dell’area di ricezione che dopo un esame visivo, sarà trasferita mediante un sistema di trasferimento all’unità di trattamento, eventuali materiali ingombranti e non processabili saranno trasferiti su contenitore raccolta ingombranti. Il locale di ricezione e trattamento sarà mantenuto in depressione, l’aria sarà inviata all’unità di biofiltrazione. Il materiale a seguito dei trattamenti preliminari di cui sopra sarà stoccato in aia areata per gli ordinari processi di biostabilizzazione. Infine dopo stagionatura potrà essere prevista un’opportuna fase di raffinazione.

Un tale tipo d’impianto, proprio perché tratta del materiale selezionato, può essere strutturato nel seguente modo:

  • triturazione del materiale alimentato all’impianto;
  • eventuale miscelazione fra le diverse tipologie d’organico (frazioni più o meno umide, fanghi organici, materiali lignei, ecc.);
  • maturazione del materiale;
  • successiva raffinazione per conseguire un prodotto idoneo alla commercializzazione.

5.3.4.2 Impianti di compostaggio modulari e/o di piccola taglia

Nell’ambito delle azioni volte a determinare lo sviluppo immediato delle raccolte differenziate delle frazioni organiche del RU, s'intende prendere in esame alcune proposte tecnologiche per la gestione dei processi di compostaggio, ovvero tecnologie e sistemi di processi aventi le seguenti caratteristiche:

- impiantistica di sistema modulare ed amovibili, onde consentire una possibile evoluzione operativa del sito;

- il contenimento delle capacità operative entro determinati limiti dimensionali, nell’ordine di qualche migliaio di ton/anno, allo scopo di governare il potenziale odorigeno, anche quello semplicemente connesso alle fasi di ricezione e pretrattamento sino alla disposizione in cumulo o container.

Tali impianti operativamente completi, oltre alla disposizione dei moduli per la fase biossidazione accelerata, dovranno prevedere:

- l’allestimento di strutture atte alla ricezione ed allo stoccaggio ordinato della biomassa in arrivo, con specifico riferimento allo scarto di natura alimentare. Piccole capacità operative consentiranno una semplificazione spinta di tali strutture (es. sili orizzontali, delimitati anche semplicemente con manufatti tipo New Jersey);

- la predisposizione di sistemi semplici di pretrattamento: almeno triturazione del materiale lignocellulosico e miscelazione con scarto alimentare. nel caso di basse purezze merceologiche del materiale conferito, sarà valutata l’opportunità anche di una vagliatura primaria;

- la disponibilità di sistemi di raffinazione finale semplici (vagliatura dimensionale) o, nel caso di basse purezze merceologiche del materiale conferito, più complessi (abbinamento di una vagliatura densimetrica alla vagliatura dimensionale).

Va, inoltre, incentivato il compostaggio domestico le cui modalità sono dettagliate al punto 9 - Isole Minori (Il ruolo del compostaggio domestico e seguenti).

5.4 Consorzi di filiera del CONAI

La raccolta differenziata delle sei frazioni (carta, vetro, plastica, acciaio, alluminio e legno) dovrà essere prevalentemente di tipo monomateriale o multimateriale, fermo restando quanto previsto dall’art.22 comma 11 del D.L.G.S. 22/97, tali materiali confluiranno nei centri di "stoccaggio e prima lavorazione" regionali indicati dal CONAI. In tali realtà verrà se necessario eseguita la valorizzazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata. I materiali conferiti ai Consorzi di filiera dovranno soddisfare i requisiti tecnico-qualitativi previsti da ciascun Allegato Tecnico dell'Accordo di Programma Quadro sottoscritto da ANCI CONAI e, per il vetro, dal DM 4.8.99 e successive integrazioni.

5.5 Raccolta differenziata rifiuti urbani pericolosi

Particolare attenzione dovrà essere posta alla segregazione preventiva di tutti i flussi pericolosi contenuti nei rifiuti urbani domestici o tradizionalmente conferiti in maniera promiscua (farmaci scaduti, vernici, batterie, lampade fluorescenti ecc.) che potrebbero contaminare gli altri flussi.

La rete di raccolta può essere attuata utilizzando:

-i punti vendita quali farmacie, centri commerciali, negozi d’articoli elettrici ed elettronici, ecc.;

- il conferimento diretto presso le isole ecologiche.

5.5.1 Piattaforme di stoccaggio, trattamento e smaltimento dei RUP

I rifiuti pericolosi raccolti nell’ambito provinciale, dovranno avere come destinazione finale una piattaforma di stoccaggio e di trattamento per il recupero o per lo smaltimento in sicurezza. Un tale impianto potrebbe essere programmato a livello regionale o tutt’al più per ambito provinciale. E' opportuno verificare la possibilità di integrare, in tal senso, delle piattaforme previste al p.to 3.3, con particolare riferimento all'impianto di Messina.

L’impianto dovrà essere in grado di stoccare tali frazioni raccolte in serbatoi, silos, vasche e di smaltire rifiuti allo stato liquido e solido, attraverso specifici sistemi di trattamento (deoliatori, centrifughe, filtri sistemi d’inertizzazione, ecc.).

5.6 Raccolta differenziata beni durevoli

Si ricorda, inoltre, che l’art. 44 (Beni durevoli) del D.Lgs. 22/97, introduce un’ulteriore tipologia di rifiuti potenzialmente classificabili come rifiuti urbani i beni durevoli appunto.

I beni appartenenti a questa categoria che hanno esaurito la loro durata operativa devono essere consegnati ad un rivenditore contestualmente all’acquisto di un bene durevole di tipologia equivalente ovvero devono essere conferiti, a cura del detentore, alle imprese pubbliche o private che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani o agli appositi centri di raccolta individuati presso la piattaforma di Messina.

5.7 Raccolta differenziata ingombranti

Nei centri di maggiori dimensioni è possibile prevedere una raccolta a domicilio, su chiamata; ove ciò non sia possibile, i rifiuti stessi dovranno essere conferiti direttamente alle isole e/o piattaforme ecologiche.

5.8 Raccolta rifiuti inerti da demolizione e costruzione

Questo tipo di rifiuto non riguarda direttamente la raccolta differenziata, è qui esposta la normativa di riferimento e le modalità di recupero degli stessi per una maggiore diffusione/conoscenza di tale problematica.

I rifiuti inerti da demolizione, costruzioni e scavi risultano classificati dalla vigente normativa in materia di rifiuti - p.to b) comma 3 art.7 del D.Lgs n..22 del 05.02.1997 come rifiuti speciali non pericolosi, prevedendone, nell’ambito dello stesso strumento legislativo, il recupero (R5 Allegato "C" D.Lgs 22/97) in unità impiantistica di trattamento dedicata, nei modi e nei termini previsti dagli artt.31 e 33 del citato disposto normativo quadro (procedure semplificate di recupero).

Nella fattispecie con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 05.02.1998 (Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del Decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22), pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 72 alla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 16.04.1998, sono state dettate le procedure da attuarsi per il recupero dei rifiuti inerti da demolizione, costruzione e scavo (Codice C.E.R. 17.00.00) per la produzione di materie seconde per l’edilizia mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate.

Si evidenzia, pertanto, come la normativa quadro in materia ambientale indirizza verso soluzioni tendenti al recupero delle frazioni inerti convertendo l’utilità negativa del rifiuto in quanto tale, da intendersi come costo di smaltimento dello stesso, in utilità positiva, in termini di ricavo derivante dal recupero d’inerti alternativi di certo reintroducibili, almeno per le utilizzazioni meno nobili, nel mercato comune del settore edili.

Si prevede un loro primo stoccaggio in cassoni scarrabili allocati all’interno delle isole ecologiche, prima del loro trasferimento in siti adeguati.

5.8.1 Impianto di selezione e recupero degli inerti

Nella programmazione del sistema di gestione integrato all’interno d’ogni ambito provinciale, dovrà essere prevista la realizzazione di un impianto destinato al trattamento ed alla valorizzazione dei rifiuti inerti da costruzione/demolizione al fine di un loro riciclo nel settore dell’edilizia, il cui numero, la localizzazione e la tipologia degli impianti previsti saranno contenuti nel Piano di gestione dei rifiuti speciali.

5.9 Raccolta altre frazioni

Per le altre frazioni raccolte in modo differenziatosi deve far riferimento a quanto indicato al paragrafo 6.2.2 "Isole Ecologiche"

5.10 Obiettivi di raccolta per singola frazione merceologica

Le quote intercettabili di carta e vetro, non consentono di realizzare più di un 14-15% di raccolta differenziata; gli altri materiali "secchi", essenzialmente plastica e metalli, forniscono contributi tutto sommato marginali, dunque l’unica possibilità di realizzare gli obiettivi di legge consiste in una significativa raccolta della frazione organica putrescibile dei rifiuti, che da sola può contribuire per valori anche superiori al 15%.

Pertanto allo scopo di redigere un "Piano generale per la raccolta differenziata" in ambito provinciale è necessario, per le seguenti frazioni merceologiche, fare le seguenti considerazioni preliminari:

  • carta e cartone - i dati ufficiali, forniti dal Comieco, quantificano in circa 2.5 milioni di tonnellate i maceri raccolti dalle diverse fonti; in realtà, la quota di maceri proveniente da raccolta differenziata è pari a poco più di 400.000 tonnellate, il 17% del totale, mentre la restante quantità proviene da scarti industriali, rese di giornali e riviste, imballaggi post-consumo della gran distribuzione organizzata, dell’industria, del commercio, dei servizi e dell’artigianato. La quota prevalente della raccolta differenziata delle famiglie è costituita da carta, riviste e quotidiani, l ’89% del totale, mentre la quota residua dell’11% è costituita da imballi;

  • plastica - per la quale si ipotizza di recuperare soltanto la quota relativa agli imballaggi primari, essenzialmente bottiglie e flaconi che sono la quota prevalente in volume, ma non altrettanto in peso (bassissima densità);

  • vetro - da osservazioni ripetute in altri contesti, si può ipotizzare di intercettare quote più rilevanti di questo materiale; il vetro è appannaggio quasi esclusivo dei rifiuti domestici e degli esercizi pubblici (bar, ristoranti) i cui rifiuti sono assimilati a quelli delle famiglie. il vetro rappresenta, in peso, la quota prevalente tra gli imballaggi per liquidi alimentari, con un’incidenza dell’83%;, la destinazione degli imballi in vetro è per lo più domestica: l’88.6% dei rifiuti d’imballaggio in vetro è infatti attribuito ai rifiuti urbani domestici, anche se occorre ricordare che in questi sono ricompresi gli esercizi pubblici, in quota significativa, circa un quarto del totale secondo il citato Rapporto di Federambiente. Si può affermare che una metà circa delle bottiglie di vetro prodotte annualmente in Italia è coperta dal rottame di vetro recuperato dalle diverse fonti. Per quanto riguarda i tassi d’intercettazione, laddove la raccolta è bene organizzata, vale a dire con un sistema integrato di raccolte "a conferimento", per le famiglie e "domiciliari", per le utenze particolari (esercizi pubblici), si raggiungono livelli dell’ordine del 60/65% e oltre;

  • imballaggi - si ritiene come una quota molto importante degli imballaggi cartacei sfugga al flusso dei rifiuti urbani (nella raccolta differenziata della carta prodotta dalle utenze domestiche, la quota degli imballaggi risulta marginale, tra il 10 e il 20% del totale, mentre la grande prevalenza è rappresentata da giornali e riviste); gli imballaggi in legno presenti nei rifiuti urbani provengono per lo più da attività commerciali, essendo costituiti prevalentemente da cassette di frutta e verdura; la quota d’imballaggi di provenienza domestica o assimilata è poco meno della metà del totale, il 48% per l’esattezza;

  • organico - Tale intercettazione avverrà presso le cosiddette "grandi utenze" (esercizi pubblici, ristorazione collettiva, mercati generali, commercio alimentare e così via) ed in via subordinata presso le utenze domestiche. Ragionevolmente verranno in un primo tempo privilegiati i centri maggiori e le zone residenziali, mentre per i piccoli Comuni montani e le frazioni a prevalente vocazione agricola si privilegerà il compostaggio domestico, fornendo ad ogni utenza piccole compostiere. Un buon contributo sarà dato dalle zone rivierasche a forte vocazione turistica. A determinare il "monte" dei materiali da sottoporre a compostaggio di qualità, concorre naturalmente anche la quota di verde, pubblico e privato; inoltre è indispensabile disporre di una quota di materiale ligneo-cellulosico, le cui principali fonti sono le potature del verde ed il legno proveniente da raccolta differenziata, in particolare il cassettame. Ai fini di una valutazione quantitativa, per quanto riguarda l’organico delle famiglie che saranno servite, le principali esperienze ci affermano che si può puntare mediamente ad un obiettivo di 150-200 grammi pro capite al giorno, ferma restando la grande variabilità a livello locale data dalla più o meno grande presenza di flussi turistici, d’esercizi pubblici e così via.

  • 5.11 Fabbisogni impiantistici per la raccolta differenziata

    Come già detto l’ambito territoriale nelle Regione Siciliana è identificato entro i confini amministrativi provinciali, risulta quindi evidente programmare le strutture necessarie per tali realtà. Allo scopo di individuare i fabbisogni impiantistici sono stimate, in Tabella 5.11, per famiglie merceologiche le quantità raccolte a regime per singolo ambito provinciale.

    Tabella 5.11 Fabbisogni impiantistici annui per la raccolta differenziata

    Provincia Regionale

    Frazione organica

    (tonn)

    Frazione secca

    (CONAI)

    (tonn)

    Altre raccolte

    (tonn)

    Totale

    (tonn)

    Agrigento

    33.245

    55.408

    22.163

    110.816

    Caltanissetta

    15.884

    26.473

    10.589

    52.946

    Catania

    92.057

    153.428

    61.371

    306.856

    Enna

    10.413

    17.335

    6.942

    34.690

    Messina

    53.639

    89.398

    35.759

    178.796

    Palermo

    97.214

    162.023

    64.809

    324.046

    Ragusa

    20.844

    34.740

    13.896

    69.480

    Siracusa

    26.981

    44.968

    17.987

    89.936

    Trapani

    31.713

    52.855

    21.142

    105.710

    Sicilia

    381.990
    636.628
    254.658
    1.273.276

     

    5.12 Criteri generali di programmazione

    Al fine di pervenire nel più breve tempo possibile, e comunque entro i tempi programmati al raggiungimento degli obiettivi fissati in termini di raccolta differenziata (15% frazione organica, 25%. Frazione secca, 10% altre frazioni). Tali obiettivi dovranno, in via prioritaria, essere conseguiti nelle aree a maggiore densità abitativa.

    Dovranno essere inoltre studiati e predisposti degli eventuali sistemi "premianti" nei confronti dei cittadini o dei comuni che saranno maggiormente efficienti.

    Nell’ambito dei criteri suddetti per l’avvio della raccolta differenziata si è ipotizzato lo scenario riportato in Tabella 5.12 nella quale sono stati ipotizzati quattro obiettivi intermedi della durata di sei mesi ciascuno. All’inizio del terzo anno si ritiene di aver realizzato o di essere in fase d’ultimazione degli impianti di compostaggio regionali necessari a coprire il fabbisogno derivante dalla raccolta ipotizzata.

    Tabella 5.12 Obiettivi ed azioni da intraprendere per la realizzazione della Raccolta differenziata

    Obiettivo

    Mesi

    Raccolta Diff.

    Impianto tecnologici attivi

    Azioni da intraprendere

    1° obiettivo intermedio

    Sei

    0%; percentuale RD

    Nessun impianto tecnologico attivo

    Organizzazione delle attività di RD per ambito provinciale.
    Attivazione degli accordi con i consorzi di filiera del CONAI per il ritiro delle frazioni raccolte.
    Espletamento ed aggiudicazione delle gare per l’acquisizione dei mezzi e dei cassonetti/contenitori per l’attivazione della raccolta differenziata per ambiti provinciali.
    Espletamento ed aggiudicazione delle gare per la fornitura degli impianti di compostaggio da frazione organica differenziata sia di piccola taglia che di taglia provinciale.
    Progettazione delle isole ecologiche comunali sulla base di progetti tipo forniti dalla "Struttura Commissariale"

    2° obiettivo intermedio

    Sei

    15%percentuale RD

    Acquisizione parco cassonetti e mezzi di trasporto per la RD. Realizzazione delle isole ecologiche comunali.
    Attivazione degli accordi CONAI per il trasferimento delle frazioni raccolte ai sei consorzi di filiera.

    3° obiettivo intermedio

    Sei

    20% percentuale RD

    Realizzazione degli impianti di compostaggio provinciali di piccola taglia.

    4° obiettivo intermedio:

    Sei

    25% percentuale RD

    Realizzazione degli impianti di compostaggio provinciali

    5.13 Criteri tecnico-economici e regolamenti attuativi per l’organizzazione dei servizi di raccolta differenziata

    Il Commissario delegato — Presidente della Regione al fine di omogeneizzare e di rendere efficienti le azioni della RD emana un regolamento, che sarà predisposto dal CTS, entro 60 giorni dall’emanazione del PIER. Esso conterrà i criteri tecnico-economici e le norme regolamentari per l’organizzazione della RD in Sicilia