PROGETTO "EX AEQUO"
PER L'AUTOIMPRENDITORIA DEI DISABILI MENTALI
FORMICA:”UN IMPEGNO DELLA
REGIONE PER L’OCCUPABILITA’ DEI SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI”
DAL
25 AL 27 OTTOBRE “IL DISAGIO DI UNA CIVILTA’”, CONVEGNO A
TEMA ALLE “CIMINIERE” DI CATANIA
L’assessorato
regionale al Lavoro, attraverso l’Anfe di Catania
(capofila), ha sviluppato
il progetto “Ex Aequo” – che si concluderà a giugno 2008 -
attraverso il quale mira a realizzare politiche indirizzate
a contrastare il fenomeno della discriminazione e della
disuguaglianza nel contesto del mercato del lavoro, nella
fattispecie, per l’occupabilità dei disabili mentali.
“E’ una prima fase
sperimentale – chiosa Santi Formica, assessore regionale al
Lavoro – che serve ad orientare i diversamente abili dal
punto di vista mentale in un contesto lavorativo, con buone
possibilità di inserimento nel mercato a fine corso”.
Il punto nodale del progetto,
sviluppato in ambito comunitario Equal II, cofinanziato dal
Fondo Sociale Europeo, agisce su due grandi linee
strategiche: la prima, centrata sull’intervento diretto sui
beneficiari, la seconda, invece, sulle aziende e sul
cambiamento culturale al quale esse verranno chiamate.
Questo secondo aspetto non è
infatti casuale, tant’è che per il convegno a tema che si
realizzerà dal 25 al 27 ottobre prossimi alle “Ciminiere”
di Catania, è stato scelto il titolo “Il disagio di una
civiltà”, parafrasi molto vicina al saggio di Sigmund Freud
del 1929, “Il disagio della civiltà”, nel quale il “padre
della psicoanalisi” ritaglia alla civilizzazione un
importante ruolo nel divenire dell’umanità: e quale
miglior civiltà possibile, se non quella legata al recupero
delle abilità diverse?
“L’elemento di forza
dell’intervento comunitario riguarda l’acquisizione da parte
di soggetti svantaggiati, attraverso l’inserimento degli
stessi nel mondo del lavoro in maniera graduale e
supervisionata, con l’abilitazione dei processi di autostima
e gratificazione psicologica, oltre che socio-economica.
Fine ultimo sarà, pertanto, l’inserimento stabile in
contesti lavorativi moderni e socialmente riconosciuti”,
sottolinea ancora Formica.
I disabili mentali
selezionati sono 120, 32 dei quali hanno già intrapreso
stage in azienda e per alcuni di essi sono all’orizzonte
contratti a termine o a tempo indeterminato, mentre per gli
altri 68 si prevedono percorsi di autoimprenditorialità con
assistenza da parte dei promotori (Regione, Anfe, soggetti
partner) in tutti i processi di realizzazione dell’autoimpiego.
L’attività svolta e in fase
di svolgimento consta di due momenti essenziali,
l’orientamento e la formazione, attraverso i quali si punta
a creare un know how professionale e imprenditoriale,
grazie anche alla fase teorica, oltre che pratica,
comprendente lo studio delle normative e dei processi
tecnico-scientifici di base.
La scelta di questa
metodologia ha consentito anche il concretizzarsi di alcuni
gruppi di lavoro, con i quali si è sviluppata un’idea
imprenditoriale a seconda delle inclinazioni, conoscenze e
competenze dei destinatari del progetto.
In tutto il processo di
orientamento, infine, l’Anfe ha formato alcune figure di
mediatori sociali, le quali sono diventate i punti
mediani fra i destinatari del progetto e le imprese, mentre
le aziende stesse hanno fornito i nomi di alcuni tutor da
formare, per interagire con i destinatari medesimi, sotto
l’occhio competente dei mediatori sociali.
(Claudio Zarcone)
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