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COMUNICATO STAMPA
DEL 18/10/2005 |
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Poste Italiane annuncia la chiusura del “Cuas” di Palermo.
L’assessore Scoma: «L’azienda non chiuda ma investa in
Sicilia»
Palermo 18/10/2005 - «La politica aziendale di Poste
Italiane non può prescindere dall’analisi della situazione
economica e lavorativa in cui si trova il Mezzogiorno e la
Sicilia in particolare. L’annunciata chiusura del Centro
Unificato Automazione Servizi di Palermo non può che destare
profonda preoccupazione sia per il destino di circa 200
impiegati, sia per il clima di smobilitazione che investe
Poste Italiane».
Ad affermarlo è l’assessore regionale al Lavoro Francesco
Scoma che ha incontrato una delegazione di lavoratori di
Poste Italiane, i quali hanno sottolineato l’assoluta
“incoerenza” del progetto dell’Azienda che - per annullare
gli esuberi dei sette Cuas nazionali (Piemonte, Lombarda,
Veneto, Toscana, Marche, Puglia e Sicilia) quantificati nel
14%, ovvero 187 unità lavorative – prevede la chiusura del
centro palermitano che, per l’appunto ha in organico 187
persone.
«E’ chiaro che Poste Italiane essendo una spa debba seguire
le logiche del mercato al fine di offrire servizi sempre più
innovativi ed efficienti. Ma è altrettanto doveroso che
l’Azienda – afferma l’assessore – consideri anche altri
fattori, tra cui la disponibilità che gli operatori
palermitani e siciliani hanno fatto per Poste Italiane,
affinché quest’ultima venisse fuori dalla crisi degli ultimi
anni. Poste Italiane inoltre non può non considerare la
valenza sociale che ricopre su tutto il territorio ed in
Sicilia in particolare».
Per questa ragione Scoma annuncia che farà in modo che il
governo regionale vigili sulla vicenda ed inoltre «chiederò
di potere incontrare il ministro delle Telecomunicazioni al
fine di sottoporre alla sua attenzione l’intera questione».
Il Portavoce - Wladimir Pantaleone |
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