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Intervista al Console dItalia negli USA Franco Mistretta: Pronipoti dItalia
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Franco Mistretta, figlio di siciliani di Mezzojuso, ha incontrato a New York la delegazione della Provincia Regionale di Palermo e quella del COES, guidata dallarchitetto Salvatore Morana. |
Il diplomatico ha approfittato delloccasione per ricordare che fra pochi anni i figli e nipoti degli emigrati che oggi hanno oltrepassato la settantina si saranno definitivamente allontanati dalla cultura italiana e, in mancanza di occasioni di incontro con lItalia, avranno del tutto dimenticato la lingua. Ma esiste una concreta la possibilità di riavvicinare alla Sicilia i giovani, figli o nipoti di siciliani emigrati negli Stati Uniti, puntando soprattutto sugli scambi culturali? Se non si riesce ad ativare questo flusso di scambi è per mancanza di "volontà politica" o per cattiva gestione delle risorse investite a livello nazionale e regionale nei rapporti con lestero?
"Qui Sicilia" ha intervistato Mistretta riportando lappello del diplomatico a fare in fretta se non si vuole perdere definitivamente un patrimonio di rapporti e la possibilità di trasformarli in occasioni di sviluppo.
Una delle costanti dei progetti di legge per la riforma della norma regionale sullemigrazione è lestensione degli stages ai figli e nipoti dei nostri emigrati, includendo anche la terza generazione. È una proposta valida?
"Certo! Si deve cercare di recuperare non il siciliano che ama già la Sicilia, dovè nato, bensì riacciuffare i suoi figli e i nipoti per riportare il loro cuore alla Sicilia delle radici. La continuità in questo paese è rappresentata dalle nuove generazioni che, fra laltro, gli stages di studio o le vacanze in Sicilia possono anche pagarseli. Il punto per questi statunitensi dorigine italiana non è economico, è evitare che dimentichino le loro origini. Non solo per ragioni commerciali, lobiettivo dellItalia e della Sicilia devessere quello di trasmettere litalianità, questo senso dappartenenza che non può scaturire dalla nostalgia, ma deve crescere partendo dalla reciproca conoscenza. Deve prima conoscere il suo paesino, che oggi è capace di produrre cultura e benessere. Va bene dunque invitare dunque a prendere contatti con la Sicilia di oggi i discendenti degli emigrati di un tempo".
Cosa potrebbe interessarli della nostra regione?
"Sono in prevalenza brillanti uomini daffari e professionisti. Non partecipano più alle associazioni italiane, semmai a quelle americane. Questi discendenti non conoscono Santa Rosalia né SantAgata, sta a noi spiegare loro cosa cè dietro quel rito. Dunque basta stimolarli a venire in Sicilia per una bella vacanza e, perché sia una cultura viva, occorre insegnare anche litaliano. È' ottima la scelta del bilinguismo per qualsiasi progetto editoriale, telematico, pubblicitario o divulgativo in quanto, se parla loro solo in italiano non capiscono nulla, se, viceversa parla solo in inglese, litaliano diventa una lingua morta. È più costoso ma è lunica soluzione. Ho chiesto a Rai International di mandare almeno i sottotitoli in inglese se non doppiaggi o sintesi parziali. Rai International parla solo in italiano e arriva ad un quarto dellutenza potenziale. Se lei pensa che in questi paese ci sono venticinque milioni di americani di origine italiana e che solo nello stato di New York ce ne sono sei milioni Ecco, è a loro che dobbiamo arrivare, non a quelli che, per motivi dorigine o di lavoro, allItalia legati siamo già. Il nostro figlio o nipote sono il vero obiettivo. Solo adesso la Sicilia sta prendendo atto del grande salto sociale e culturale che hanno fatto in questo paese i discendenti degli emigrati".
Un appello ai politici siciliani
"Non soldi ma attenzione. Lestensore della nuova legge sullemigrazione deve tenere presente lesigenza di dedicare più attenzione alle giovani generazioni invitandoli e organizzando stages in full immersion nella realtà siciliana o palermitana. Oltre lo stereotipo pizza e mafia, niente soldi ma attenzione, sfruttiamo questa potenzialità, sennò la vacanza se la fanno in Florida Spagna o in Grecia, Possiamo agevolarli nellacquisto di una casa di villeggiatura nelle zone dorigine che per loro quella terra hanno un senso. Noi gli dobbiamo dare fierezza del luogo da cui vengono.
Quindi più informazione, più comunicazione e unorganizzazione che dovrebbe avere sede in Sicilia di accoglienza privilegiata per il turismi staunitensense dorigine italiana.
Esatto, ma penso ad un ponte a due vie, perché dalla Sicilia potrebbero arrivare giovani studiosi della vita e della realtà dei iculoamericani, anche loro conosceranno questi nuovi italiani e capiranno che gran parte dellAmerica che si vede in televisione è fatta dagli italiani e anche loro avranno fierezza di quanto hanno fatto questi italiani doltreoceano. Questa è una cosa fondamentale, dovremmo capirlo a livello nazionale, io non sono ancora ambasciatore, spero di diventarlo, e dovremmo convincere i nostri governanti ma è difficile perché una politica che dà i suoi frutti a lungo termine mentre si mira di solito al consenso e al voto subito ottenibile"
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