1

Il vocabolo è di origine irlandese (Pierre Larousse, Grand dictionnaire universal du XIX siècle, 1873). I mercanti di cavalli usavano mettere il loro denaro nel berretto. Per loro mettere la mano nel berretto (hand in cap) voleva dire: mercato concluso.

Questa "mano nel berretto" è divenuto in seguito un gioco d'azzardo. Sui campi da corsa, durante i momenti vuoti, tre giocatori mettevano in un berretto ciascuno una somma uguale, si tirava a sorte e chi vinceva portava via tutto. Questo secondo significato, citato tanto da Pierre Larousse che da Emile Littrè (Dictionnaire de la langue francáise, 1877), viene dato come etimologia del vocabolo.

Il terzo significato riguarda le corse dei cavalli e si passa dal secondo al terzo per il fatto di avere uguali probabilità di vittoria.

Littré scrive: "Tipo di corse in cui la distanza e i pesi non sono indicati se non dopo l'entrata". L'handicap ha come finalità quella di pareggiare le probabilità dei concorrenti, equilibrando i pesi in modo che il cavallo peggiore abbia tante probabilità di vincere la corsa quante il migliore.

Pierre Larousse (1873) racconta di una corsa dove gli handicap erano così ben calcolati che i cavalli hanno corso per ben quattro volte senza riuscire a distanziarsi. Di fronte alla fatica dei cavalli, i proprietari si misero d'accordo per stabilire un vincitore e tale fu dichiarato il concorrente più handicappato, cioè il più appesantito.

Con questo terzo significato il vocabolo handicap è impiegato anche nel caso delle corse ciclistiche.

Dopo il "mercato concluso", il gioco d'azzardo e la corsa dei cavalli, esiste un quarto significato del vocabolo handicap, che riguarda uno sport sconosciuto sia a Larousse sia a Littré: il golf, sviluppatosi a livello internazionale soltanto nel XX secolo.

Nel golf i differenti modi di calcolo dell'handicap hanno tutti come scopo ultimo quello di neutralizzare i fattori legati alla situazione, in modo da caratterizzare ogni giocatore attraverso un numero di colpi fisso per tutti i percorsi effettuati in un certo periodo di tempo.

La neutralizzazione della situazione avviene attraverso calcoli di medie e non vi è mai un "handicappatore" incaricato di fissare gli handicap prima di una particolare competizione. L'handicap è quindi conosciuto prima dell'inizio della gara per cui è necessario considerare in modo autonomo questo quarto uso del vocabolo handicap. (...)

da: Eurispes, Disabili: punto e capo, a cura di G. Corazziari e A. L'Imperio


2

M. G. Giordani (a cura di), Disabili, tecnologie e mercato del lavoro, Milano, ETASLIBRI, 1995


3

M. G. Giordani (a cura di), op. cit.


4

OMS, International Classification of Impairments, Disabilities and Handicap


5

OMS, cit.


6

OMS, cit.


7

Tale valore si riferisce al totale delle persone che hanno dichiarato di avere almeno una invalidità. Poiché ciascuna persona può avere più di una invalidità, tale valore non è corrispondente alla somma dei totali relativi a ciascun tipo di invalidità


8

ISTAT, I Disabili, vol. 11, Roma, 1995


9

ISTAT, op. cit.


10

ISTAT, op. cit.

 


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