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Il “Progetto ICARO” promosso, istituito
e finanziato dall’Assessorato del lavoro, della
Previdenza Sociale, della Formazione Professionale e
dell'Emigrazione, nell’ambito del Programma Operativo
Regionale della Regione Sicilia 2000/2006, per la
specialità dei destinatari per la loro collocazione, per
la complessità e completezza di risposta, rappresenta un
esempio di intervento unico, organico e complesso.
Nato in forma sperimentale, con il fondamentale concorso
finanziario del Ministero del lavoro nel 1998, il nuovo
progetto, per volontà dell’Amministrazione regionale
preposta alle politiche per la valorizzazione delle
risorse umane, riproduce, di quella esperienza i tratti,
le articolazioni, la completezza e la complessità di
risposta in una continuità di azione che vuole
testimoniare anche una continuità di impegno e di
attenzione verso il “sistema delle comunità”.
Esso intende rispondere ai bisogni formativi espressi
dai minori in difficoltà, collocati, con provvedimento
dell’autorità giudiziaria, nella comunità alloggio della
Sicilia, convenzionate con Enti Pubblici territoriali.
Un progetto mirato quindi, il cui obiettivo centrale e
strategico è l’inserimento lavorativo e attorno a questo
articola e sviluppa, fin dalla più tenera età, un
percorso educativo-formativo individuale, che nel lavoro
ed attraverso il lavoro intende a realizzare la piena
integrazione sociale del minore a rischio di devianza
«Il progetto si sviluppa su tre linee di intervento -
spiega il direttore del progetto, Giuseppe Leto -: la
prima è quella delle azioni dirette sui minori, fatta di
interventi articolati, che spaziano dai laboratori
ludici, a quelli espressivi, a quelli di supporto alla
scuola, ai relazionali fino alle azioni
professionalizzanti. Le azioni sono legate tra loro da
un unico filo conduttore, l’inserimento lavorativo. La
seconda linea è quella che si rivolge al sistema, alla
rete sociale che a vario titolo interviene nel processo
di recupero, con l’obiettivo di potenziare una “cultura
di sistema” capace di generare comportamenti “corali”
sincroni in rapporto all’obiettivo.
La terza linea, esterna ma collaterale al progetto, è
quella di ricercare, promuovere e favorire la
penetrazione nelle comunità di tutte le opportunità
offerte dal pubblico e dal privato, coerenti con
l’obiettivo strategico del progetto.
In questa ottica di collateralità, di coralità, di
sistema. il simbolo scelto per rappresentare il progetto
è “a marredda”, un antico gioco attraverso il quale una
“rete articolata e complessa” opportunamente manipolata
e trattata da “più mani” crea e realizza “disegni
diversi”.
Disegni diversi come le attese e le aspettative di vita
di ciascuno dei minori a rischio collocati nelle
Comunità».
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