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ORNAMENTA ROMANA

I Romani conobbero l’oro e il lusso soltanto tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C., grazie al contatto con il ricco popolo degli Etruschi.
Inizialmente i manufatti preziosi furono destinati esclusivamente agli dei e ai personaggi di rango.
Durante la Repubblica, una normativa rigida attribuiva l’uso degli anelli a specifiche classi sociali.
Nei primi secoli, i senatori portavano al dito anelli di ferro con gemme incise in funzione di sigillo e Plinio ci informa che soltanto durante missioni svolte all’estero in qualità di ambasciatori essi indossavano anelli d’oro.
In seguito, l’uso dell’anello d’oro si diffuse talmente, che un decreto del 23 d.C. lo limitò soltanto a personaggi benestanti discendenti da padri e nonni liberi.
I liberti (schiavi liberati) potevano indossare anelli d’argento, mentre gli anelli di ferro, col tempo, furono usati esclusivamente dai servi.
Gli anelli con gemma persero gradualmente la funzione di sigillo, mantenendo esclusivamente quella ornamentale.
Se ne portava anche più di uno nella stessa mano (generalmente la sinistra) e sulle falangi dello stesso dito, evitando il dito medio, considerato impudico.
Anelli e bracciali con teste a forma di serpente erano abbastanza diffusi, probabilmente anche presso la corte imperiale. Svetonio narra, infatti, che Agrippina convinse Nerone ad indossare la spoglia di un serpente all’interno di una guaina d’oro, a mo’ di bracciale.
Con l’età augustea, diventò consuetudine adornarsi di numerosi gioielli, spesso arricchiti da pietre preziose che affluivano dalle province orientali insieme alle perle del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano. I meno agiati si accontentavano, invece, di frammenti di madreperla e di paste vitree colorate.
Dal III secolo d.C., cominciarono ad essere incastonate nei gioielli anche monete.
Le matrone più ricche potevano permettersi lunghe collane, che si divertivano a indossare in vario modo, ad esempio incrociate sul petto e ricadenti sui fianchi.
Augusto, in ossequio ai costumi italici, impose l’uso delle fibule, che non appartenevano alle tradizioni dell’abbigliamento romano e che, nel corso del I secolo d.C., furono utilizzate per fermare i mantelli.

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