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IL
MONDO FENICIO E PUNICO
Le necropoli
fenicie e puniche, in tutto il Mediterraneo, hanno restituito in grande
quantità amuleti di pasta silicea, vetro, osso o pietra dura.
Essi rappresentano prevalentemente soggetti provenienti dalla tradizione
egiziana scelti tra quelli più legati al mondo della magia.
Sono presenti anche simboli appartenenti specificamente alla ritualità
fenicio-punica, come il segno di Tanit o le maschere.
Alcuni amuleti avevano funzioni precise, come quella di difendere dalle
punture di serpenti o scorpioni, altri erano destinati ad allontanare
il malocchio o a colpire il nemico, altri ancora avevano una generica
funzione di protezione di chi li indossava, sia in vita che dopo la morte.
I GIOIELLI FENICI E PUNICI
La produzione
fenicia d'Occidente deriva da una tradizione orafa che si sviluppò
almeno dal II millennio a.C. nell'area siro-palestinese, con un artigianato
di altissima qualità, largamente esportato, e proseguì in
Fenicia e a Cipro nei primi secoli del I millennio.
Nei secoli successivi nacquero, anche in Occidente, grossi centri di produzione,
come Cartagine e Tharros (in Sardegna), capaci di sviluppare, forse con
l'apporto di maestranze orientali, tecniche di lavorazione, modelli e
motivi decorativi propri del patrimonio orafo fenicio-orientale.
Le principali aree di estrazione dell'oro dovevano essere, oltre alle
regioni orientali, il Nord Africa e la Spagna, dove abbondava anche l'argento,
reperibile pure in Sardegna.
I monili più diffusi nei secoli VII e VI a.C., in tutta l’area
mediterranea, sono gli orecchini con pendente "a cestello",
che rappresentava forse un cesto colmo di frutta, simbolo di abbondanza
o di offerta di primizie. Essi erano utilizzati anche come elementi di
collana.
Gli orecchini con pendente "a croce ansata", prevalentemente
realizzati in oro o in argento dorato, erano forse una elaborazione del
segno egiziano ankh, simbolo della vita.
Gli anelli digitali più antichi potevano avere un castone mobile
ovale in cui era inserito uno scarabeo o uno spesso castone fisso rettangolare
con raffigurazioni complesse di origine vicino-orientale. A partire dal
V secolo a.C., i castoni fissi, ovali o ellissoidali, a lamina piatta
e sottile, presentano singole figure o temi meno complessi.
I grandi anelli con castone girevole avevano funzione di sigillo ed erano
destinati ad essere sospesi al collo mediante una semplice cordicella
o una collana.
Le collane potevano essere policrome, con elementi di metallo accostati
a pietre dure, ambra e grani di faïence o di vetro, oppure composte
di vaghi d’oro o d'argento, ovvero costituite da cordoni di maglia
a doppia spina di pesce.
Ad esse erano spesso sospesi medaglioni con motivi e simboli di origine
egizia o di tradizione fenicia. I pendenti a cilindretto cavo, sormontati
da raffigurazioni di teste di animali sacri egizi, quali il leone, l’ariete
e la gatta, avevano anche funzione magico-religiosa, poiché la
loro cavità era destinata a contenere una sottilissima laminetta
in metallo arrotolata, incisa con figurazioni e formule magiche.
I bracciali più antichi erano aperti e costituiti da fili accostati
e fermati alle estremità da due lamine rettangolari decorate a
granulazione. A partire dal V secolo a.C. si diffuse un tipo a nastro,
a più giri, con un'estremità a forma di testa di serpente
e incisioni che indicano gli occhi, la bocca, le squame.
Erano in uso anche grandi bracciali da caviglia, semplici bastoncelli
circolari con estremità aperte.
Immagini:
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