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GLI AMULETI
L' ANTICO EGITTO

Agli amuleti si attribuiva la virtù magica di prevenire o allontanare il male.
Si portavano sospesi al collo mediante una collana o una semplice cordicella, con lo scopo di proteggere da malattie, pericoli, nemici o di propiziare la buona sorte; ma se ne ponevano numerosi anche tra le bende delle mummie, in una precisa collocazione che consentiva di proteggere ogni parte del corpo attraverso la recitazione di formule contenute nel cosiddetto “Libro dei Morti”.
Erano realizzati in pasta silicea smaltata (faïence), in osso, in pietra, ma anche in materiali pregiati che aggiungevano preziosità e valore ornamentale alla funzione magica e protettiva e al significato simbolico.
Si conoscono ben 275 tipi di amuleti egizi che riproducevano in piccole dimensioni figure di divinità, animali, oggetti e simboli divini.
Le divinità più frequentemente rappresentate erano quelle legate alla magia e alla superstizione della religiosità popolare.
Il più diffuso, perché considerato il più efficace nel preservare la salute fisica, era l’amuleto che raffigurava l’occhio di Horus (ugiat), figlio di Osiride e Iside.
Le dee Bastet, Sekhmet e Tueris, raffigurate rispettivamente come gatta, leonessa e ippopotamo, garantivano il loro intervento in specifiche circostanze e tenevano lontani gli spiriti maligni.
Esseri dall’aspetto grottesco o mostruoso quali Bes o Ptah-pateco assicuravano la difesa dai demoni proteggendo la casa e il riposo notturno.
Il pilastro (djed), la colonna a forma di papiro (wadi) e la doppia piuma erano simboli di solidità, rigenerazione, regalità.
Lo scarabeo era considerato emblema del dio Khepre, espressione del sole nascente e propiziatore della buona sorte. Aveva spesso anche funzione di sigillo, poiché recava incisi sulla faccia piana inferiore raffigurazioni, simboli, iscrizioni dall’efficace significato magico-religioso o specifici segni di riconoscimento del proprietario.

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