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LEGENDA |
1 - Sala d'ingresso
2 - Salotto dello Spagnoletto
3 - Sala da pranzo
4 - Biblioteca Rossa
5 - Salotto Verde
6 - Camera da letto
7 - Sala dei cannoni
8 - Sala delle lucerne antropomorfe
9 - Ingresso secondario |
10 - Studiolo
11 - Studio
12
- Biblioteca Hackert
13 - Stanza delle tabacchiere
14 - Piccolo ambiente
15 - Piccolo ambiente
16 - Passaggio
17 - Sala altarino
18 - Camera
da letto della nonna |
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N.B. clicca sulla planimetria per visionare gli ambienti |
Il secondo piano,
pur contenendo ambienti destinati ad un uso sociale,
ma per una più ristretta cerchia di amici,
era riservato alla vita privata della famiglia.
In esso sono ubicati la camera da letto dei principi,
la sala da pranzo, due biblioteche ed una sequenza
di studi e salotti che presentano analoghi elementi
decorativi del piano nobile. |
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Sala
d'ingresso |
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1
- SALA D'INGRESSO
Il secondo piano è destinato
alla vita quotidiana. La sala D’ingresso
è arredata con dei cassoni antichi e sedie
rivestite in cuoio dai motivi secenteschi. Alle
pareti un arazzo di produzione francese del XVIII
secolo e ritratti di antenati: Bernardo, insignito
del collare e della placca di cavaliere dell’ordine
di San Gennaro, Leone, gran giustiziere e Giordano.
Nell’arredo anche una statua che raffigura
il celebre oratore Demostene, copia della statua
eretta nell’agorà di Atene intorno
al 280 a.c. e probabilmente realizzata da Polieucto. |
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Salotto
dello Spagnoletto |
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2 - IL SALOTTO DELLO SPAGNOLETTO
Il salotto prende il nome dal
dipinto di Sant’Onofrio di Jusepe De Ribera.
Alle pareti oli di gusto neoclassico con scene
di genere e di vita familiare. Nell’arredo
salotti in stile Luigi XV e consolles in legno
dorato di manifattura meridionale. Posto su una
delle due consolles un piccolo monetiere con minuscoli
cassetti in legno dipinto. La bacheca contiene
oggetti in porcellana napoletana dei primi del
XIX secolo, da notare le tazzine ed i piattini
che riproducono raffinate vedute di Napoli. Nelle
vetrine rare porcellane orientali ed europee,
la vetrina sulla sinistra espone anche una fragile
tazzina in bianco di Cina che fu dono di Umberto
di Savoia al principe di Mirto per il Natale del
1930. Tra gli oggetti anche un vasetto cinese
con coperchio del XVI secolo e la serie degli
"immortali" in biscuit dipinto della
metà del XVII secolo. In questo salotto
porcellane di Meissen del primo periodo e porcellane
viennesi. Le vetrine contengono esemplari di antichi
ventagli, al di sopra di esse alcune compostiere
in vetro soffiato di Murano con pomoli a forma
di frutta databili tra la fine del XVIII secolo
e gli inizi del XIX. |
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Sala
da pranzo |
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3 - SALA DA PRANZO
La sala da pranzo presenta
un soffitto ligneo decorato con motivi secenteschi
ripetuti anche in alto, lungo il perimetro delle
pareti. Il sopraporta della stanza è una
riproduzione del celebre mosaico pompeiano della
battaglia di Isso. La battaglia si svolse nel
333 a.c. a Isso, in Cilicia, fra Alessandro Magno
e Dario III. Questa copia è tratta dal
mosaico della casa del Fauno di Pompei ed è
riproduzione, a sua volta, di una pittura di Philoxenos
del 301-297 a.c. Le due vetrine, decorate con
eleganti cornici a specchio, contengono altri
pezzi del servizio di Meissen. Sul tavolo un magot
del XVIII secolo in pasta tenera, quasi certamente
di fattura italiana, ad imitazione dei "bianchi
di Cina". Di pregio le due consolles settecentesche
in legno dorato. |
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La
biblioteca Rossa |
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4 - LA BIBLIOTECA ROSSA
La biblioteca è arredata
con librerie ottocentesche in cui sono evidenti
gli stemmi del casato sugli sportelli, alle pareti
i ritratti di tre antenati medievali, Lotario,
Ernando e Alperico; accanto, una coppia di avi
settecenteschi e una piccola pittura del XVIII
secolo in cui è raffigurato un giovane
intento allo studio. Sul tavolo a impero è
poggiato un piccolo scrittoio portatile, intarsiato
in avorio, con lo stemma dei Filangeri e le fotografie
con dedica della famiglia reale dei Savoia, l’ultima
principessa di Mirto era infatti dama di compagnia
della Regina. |
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Il
salotto Verde |
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5 - IL SALOTTO VERDE
Sul
pavimento in maiolica del salotto è riprodotto
lo stemma del casato Lanza-Filangeri. Le pareti
sono decorate con arazzi di area francese del
XVII secolo che raffigurano un lago con cigni
e un giardino all’italiana con due personaggi,
arredano le pareti anche i ritratti di due antenati,
Riccardello e Giovanni, vissuti intorno al 1258
il primo e al 1447 il secondo. Presenti anche
due oli del Velasco raffiguranti dei nudi e dei
pannelli serici del XVIII secolo con scene e motivi
orientali. I mobili in stile neoclassico sono
ottocenteschi e di produzione napoletana. Il tavolino
bacheca conserva gioielli e onorificenze, tra
queste sono esposte la placca di cavaliere di
San Gennaro, ordine fondato da Carlo di Borbone
nel 1738, e le chiavi d’oro di gentiluomo
di camera del re. Di pregio, oltre che di rara
bellezza, il lampadario in vetro di Murano. |
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Camera
da Letto |
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6 - CAMERA DA LETTO
La camera da letto è
in stile impero. Al centro del soffitto, all’interno
di una cornice che raffigura un paradiso ricco
di fiori e uccelli, è raffigurata l’Aurora
che tinge di rosa il cielo del mattino. I cassettoni
in ebano violetto sono settecenteschi e di fattura
siciliana, sopra uno di essi, all’interno
di un’edicola a vetri, alcuni personaggi
di presepe napoletano della fine del XVIII secolo
(in corso di restauro). Al di sopra del letto
una quadro ricamato che descrive il Riposo dalla
fuga in Egitto. La piccola scala oltre la camera
da letto conduce ad una serie di piccoli studi,
tutti arredati con mobili e oggetti di pregio. |
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Sala
dei Cannoni |
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7 - SALA DEI CANNONI
Arredano le pareti di questo
studio delle stampe antiche con carte geografiche
della Sicilia, del Regno delle due Sicilie, e
un’interessante carta di Roma della seconda
metà del XVII secolo. Le stampe riproducono
territori legati alla storia e alla grandezza
del casato. In questa stanza è conservata
anche la raccolta delle armi dei principi e antichi
modellini di cannoni. |
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Sala
delle Lucerne Antropomorfe |
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8 - SALA DELLE LUCERNE ANTROPOMORFE
In questo ambiente studio sono
esposte delle lucerne antropomorfe di maiolica
siciliana di Caltagirone, Burgio e Palermo risalenti
ai secoli XVII, XVIII e XIX , e albarelli di Burgio
e Caltagirone risalenti al XVIII secolo. Di pregio
il raro orologio con organo, costruito a Napoli
da Antonio Bajer, contenente rulli con musiche
di Strauss, Donizetti, Pasini e le arie tratte
da "I Puritani" di Vincenzo Bellini. |
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Ingresso
secondario |
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Studiolo |
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10 - STUDIOLO
Questo studiolo è arredato
con mobili in stile Carlo X, alle pareti stampe
di illustri antenati tra i quali si distinguono
il leggendario Augerio, fondatore del casato,
Annibale, al quale fu concesso da Ferdinando II
l’onore di aggiungere all’arme lo
stemma imperiale austriaco, Gaetano, che scrisse
una Scienza della Legislazione, e Riccardo che
dà origine al ramo siciliano dei Filangeri. |
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Lo
studio |
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11- LO STUDIO
Questo studio è valorizzato
da un elegante armadio ottocentesco, di fattura
siciliana, decorato con degli intarsi in madreperla
e in legni diversi che imitano la pietra dura.
All’interno di una libreria siciliana in
stile Luigi XVI è esposta una serie di
bottiglie antropomorfe. Di pregio anche la scultura
in alabastro di Ercole e Anteo, di periodo neoclassico.
La scultura raffigura la lotta tra Ercole e Anteo,
il gigante figlio di Poseidone e di Gea, che aveva
promesso al padre la costruzione di un tempio
realizzato con crani umani. Ercole per riuscire
ad ucciderlo lo tenne sollevato dal suolo e lo
soffocò stringendolo a sé. Sulla
base dell’oggetto sono scolpite altre fatiche
dell’eroe. |
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La
Biblioteca Hackert |
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12 - LA BIBLIOTECA HACKERT
La biblioteca conserva numerose
edizioni raccolte in epoche diverse dai membri
della famiglia. Si possono ammirare classici latini
in edizioni del XVI e XVII secolo, compendi di
storia e letteratura in lingua italiana, inglese,
francese del XVIII secolo, trattati di scienza
e filosofia, dissertazioni di politica o religione,
manuali di arte militare; da notare anche i tomi
che riguardano la "Scienza della Legislazione"
scritta da Gaetano Filangeri in un’edizione
del 1830. Alle pareti stampe tratte dalla serie
"Porti delle due Sicilie" disegnata
per Ferdinando IV di Borbone da Jacob Hackert
e realizzate dal fratello George. In particolare:
Porto e badia di Gaeta, La rada di Napoli, Veduta
di Mola di Gaeta, Veduta del porto di Taranto,
Veduta del porto e badia di Palermo, Il cantiere
di Castellammare di Stabia, Veduta di pizzo Falcone
e del castel del Molo a Napoli, Veduta del tempio
della Sibilla a Tivoli e Veduta del tempio di
Giunone a Lacinia. Da notare anche lo scrittoio
a cilindro della fine del XVIII secolo con lo
stemma dei Filangeri. |
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La
stanza delle Tabacchiere |
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13 - LA STANZA DELLE TABACCHIERE
La stanza prende il nome da
una raccolta di tabacchiere posta all’interno
di una delle vetrine a impero, nell’altra
piatti in porcellana dei primi anni dell’ottocento
di produzione napoletana, firmati Giovine, inoltre
vi sono dei pastori da presepe di Giuseppe Antonio
Matera. La parete in pietra della stanza testimonia
le origini antiche di questa ala del palazzo.
Arreda l’ambiente un antenato del pianoforte,
il fortepiano, inventato da Bartolomeo Cristofori
nel 1709. Questo strumento possiede la potenza
sonora del clavicembalo e la varietà timbrica
del clavicordo, è anche dotato di un dispositivo,
lo scappamento, che consente la ripetizione della
nota riuscendo ad eseguire ad esempio un trillo.
Tale strumento diverrà pianoforte nel 1800.
Questo esemplare ha il telaio in legno, la meccanica
di tipo viennese, ed è dotato di pedali
che azionano altrettanti registri: Banda alla
Turca (campanelli, piatti, grancassa), Forte e
Fagotto. |
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14 - DUE PICCOLI AMBIENTI
Da questa stanza, affacciandosi
sul vicoletto coperto si possono ammirare sulla
parete della casa di fronte i resti di decori
di due finestre trecentesche e di un coronamento
a traforo. Inoltre si nota lo scorcio del nucleo
originario del palazzo.
In questa stanza sono presenti
alcuni esemplari di pastori del presepe in terracotta
dipinta e stoffa provenienti da Napoli ( sec.
XVIII - XIX). |
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