L'oliveto, la cura, il suo
prodotto
L'ulivo e l'olio derivato dal suo frutto, insieme al pane e al vino, sono
profondamente legati alla dimensione della cultura contadina, ricca di
tradizioni fortemente sedimentate nella civiltà mediterranea di cui essa può
essere considerato simbolo.
Considerato sacro al tempo dei Greci, l'ulivo era diffuso in tutta l'isola,
costituendo una delle colture più remunerative, preziose e fondamentali per
l'economia siciliana.
Già nel XVI secolo i Vicerè spagnoli proibivano tassativamente il taglio
dell'albero, permettendo che si potesse rimondare la pianta al solo scopo di
rinvigorirla e innestarla.
La diffusione dell'ulivo in molta parte del territorio costiero e collinare,
unitamente alla presenza di trappeti, ha caratterizzato il paesaggio e le
attività umane, e antichi documenti ne attestano la vitalità e la continuità di
impianto e produzione.
La sistemazione agraria della collina ha determinato un assetto del paesaggio
così come in gran parte è giunto fino a noi. Nelle zone più acclivi gli alberi
sono stati piantati a distanze regolari e in ordine tale da permettere la cura
del terreno e la raccolta, mentre in quelle più impervie è stato realizzato un
ciglionamento con pietre a secco, talvolta a terrazzamento continuo (lienzi).
L'ulivo (olea europaea s.), pianta sempreverde, si distingue dalle altre
specie fruttifere per la sua grande longevità.
L'impianto avviene a mezzo di arboscelli ottenuti per crescita da seme e messi a
dimora dopo 4-5 anni, oppure innestando qualità nostrane su olivastri cresciuti
selvaticamente.
L'innesto fatto a marza ('a scuorpu) si fa in marzo, quello a scudo ('a
pittera) in maggio, luglio o novembre.
Il terreno va profondamente zappato in agosto e concimato ogni tre anni,
diserbando o rivoltando leggermente la superficie negli altri periodi.
Un'importante operazione da svolgersi in inverno almeno ogni cinque anni è la
potatura (munna, rimunna) attraverso l'uso di forbici e attrezzi ben
affilati, che alleggerisce l'albero dalla chioma eccessiva e lo rinvigorisce
permettendo una maggiore produzione di frutti.