La tessitura

Preliminarmente era necessario disporre sul telaio domestico l'urditura
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Tale operazione, utile per provvedere a un intero ciclo di lavoro stagionale, serviva ad avvolgere ordinatamente sul sugghiu (asse svolgentesi dell'ordito) lunghi fili di lino in numero e a distanza tale da determinare la larghezza della striscia di tela desiderata (solitamente circa cm. 90)


I cannoli si disponevano sull'urdituri (cannularu), struttura lignea su cui si innestavano numerosi perni attorno a cui ognuno poteva facilmente ruotare e rilasciare il filo.



Completato l'avvolgimento del sugghiu, i fili venivano fatti passare rispettando l'ordine e la successione nella cruciera, poi fra le trame di due o pių licci (lizzi) e negli interstizi del pettini; alla fine nello stesso ordine venivano annodati lungo il tronco del subbio inferiore.


L'ordito era cosė pronto per la tramatura (tessiri o 'ntramari); questa veniva eseguita attraverso una serie di azioni coordinate che impegnavano tutti gli arti.


Il filo da tramare, avvolto attorno a una cannedda posta all'interno della navetta, veniva fatto passare tra i fili dell'ordito, sollevati e abbassati alternativamente per mezzo dei licci, azionati dalla pidalora; il filo di trama veniva battuto energicamente dalla cascia du' pettini e bloccato dall'alternanza dei fili d'ordito, riposizionati per permettere un nuovo passaggio della spoletta.

Raggiunta la misura desiderata, si lasciava uno spazio libero tra i fili della trama, cosė da consentire il taglio con le forbici e il riannodamento, e si passava alla tessitura di una nuova pezza.
Tramando invece piccole striscioline di stoffa colorata, in maniera da ottenere simmetriche decorazioni, si ottenevano le pesanti e colorate pizzari (frazzati, razzati, cutri 'i pezza).