Tipi di caccia tradizionale sui Nebrodi

Per la caccia estiva venivano addestrati i cani nei campi di frumento (lavuri) nel periodo di giugno, senza fucile, indirizzando ed eccitando gli animali con istruzioni vocali.
Da agosto in poi si andava a caccia di quaglie, conigli, lepri, coturnici, colombacci e volpi. Talvolta (prima che fosse vietata) si svolgeva una caccia notturna ai ghiri che stavano sui noccioli (Tortorici).

La sera precedente si andava a pernottare in qualche 'casottu' in prossimità del luogo prescelto; avvistati i ghiri si abbagliavano con una forte luce e si sparava.
Per la caccia ai conigli si utilizzava la posta, il furetto o i cani cirnechi addestrati allo scopo.

 

Il furetto, condotto dentro una cesta, veniva provvisto di museruola e lasciato in prossimità delle tane, in modo da far uscire la preda che veniva coś catturata dalle reti predisposte o impallinata dai cacciatori alla posta.
 

Fra ottobre e novembre era il tempo della caccia alle beccacce, con cani da fermo o da punta. Appena il cane si immobilizzava e la preda si alzava in volo, si tirava abbattendo il volatile che veniva recuperato poi dal cane stesso. Tra novembre e dicembre si cacciavano conigli, beccacce, lepri, coturnici, volpi e maiali selvatici.
Questi venivano colpiti appena sospinti in ambiente boschivo dai cani che 'bracchiavanu' nella zona presidiata con fucili. Fino a marzo si andava a caccia di beccacce e di volpi.

In questo caso si confidava sul fatto che le volpi, ai primi tepori della primavera, uscissero dalle tane per 'assulicchiarisi' sulle pietre scaldate dal sole. Un cacciatore faceva da battitore con i cani, gli altri facevano 'a parata (puntavano restando immobili).

Appena il cane bracchiava il battitore segnalava il fatto che la volpe fosse scappata ('a vurpi saṭ) per farla finire sotto i colpi dei cacciatori.