La
raccolta della manna In luglio, per saggiare quale sia lo stato di maturazione dell'albero, l'agricoltore (mannaluòru o 'ntaccaluoru) pizzica il tronco asportando un pezzo di corteccia. Nel caso in cui dall'incisione fuoriesca la 'lacrima', egli inizierà a praticare le incisioni orizzontali ('ntacchi) nelle diverse facce, per una lunghezza di 5-10 centimetri e profonde fino a che si è raggiunto l'alburno. Partendo da pochi centimetri da terra, si procede giornalmente praticando un'incisione a distanza di due centimetri dalla precedente. L'attrezzo utilizzato è una specie di roncola appuntita, 'u cutieddu mannaloru o cutieddu 'a manna. |
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Il taglio è leggermente inclinato verso il basso, per favorire lo scolo dell'umore zuccherino che sgorga rapprendendosi a contatto con l'aria ma avendo tempo di sgocciolare e formare 'u cannuolu. Quando la secrezione è notevole, alcune gocce scolano sui cladoli predisposti alla base del tronco. La linfa in cannuolu o in sorte o di pala, è la più pregiata; quella che si indurisce lungo la crosta è detta manna in rottame. |
![]() I cannoli vengono tagliati alla base per mezzo di un archetto ottenuto con un sottile fil di ferro teso da un legno ricurvo; la manna in rottame viene raschiata per mezzo della 'rrasula (paletta) e fatta cadere nella scatula di latta. ![]() Il prodotto raccolto in una giornata di lavoro viene quantitativamente inteso come na' cota 'i manna. |
![]() In attesa della vendita o dell'utilizzazione, si conserva dentro cassette di legno, o ceste (cartiedri) potendo mantenere integre le sue proprietà fino a 2 anni. ![]() |