La pratica del taglio.
Il trasporto

Il periodo ideale per il taglio era quello autunnale (novembre), quando il legno 'è surdu', e cioè quasi in pausa vegetativa prima della ripresa primaverile.

I boscaioli più avveduti partivano nelle notti di luna piena per essere sul posto nella mattinata, organizzare il lavoro e predisporre gli strumenti.

Fino agli anni '50 del secolo scorso, uno degli attrezzi fondamentali per l'abbattimento dei fusti era il sirruni, sega costituita da una lunga lama dai denti acuminati e con manici in legno alle estremità, tale da essere utilizzata da due uomini; in questo caso occorreva l'uso di funi per dirigere la direzione di caduta dell'albero.



Altro strumento assai diffuso era 'a ccetta, con la quale si dovevano assestare violenti colpi alla base del tronco, curando di conferire al taglio una leggera inclinazione; la preventiva intaccatura di una parte a forma di cuneo, serviva a determinare la caduta del fusto nella direzione desiderata, per azione dello stesso peso.





A partire dagli anni '60 la motosega (motoserra) ha notevolmente trasformato i caratteri di tale attività, accelerando i tempi e consentendo di impiegare minore e non specializzata manodopera, insieme all'uso di mezzi di trasporto motorizzati.
Un tempo era necessario il trasferimento soprattutto dei tronchi più alti e pesanti per mezzo della forza animale.
In tal caso si usava conficcare all'estremità del tronco paletti di ferro a chiodo cui collegare una catena che veniva attaccata a uno o due muli aggiogati che così lo trascinavano a valle.