DECRETO
20 maggio 2002.
Imposizione del vincolo di immodificabilità temporanea sull'arcipelago delle
Isole Egadi.
IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO TUTELA ED ACQUISIZIONI DEL
DIPARTIMENTO REGIONALE BENI CULTURALI, AMBIENTALI ED EDUCAZIONE PERMANENTE
Visto lo Statuto della Regione;
Visto il D.P.R. 30 agosto 1975, n. 637, recante "Norme di attuazione dello
Statuto della Regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di
antichità e belle arti";
Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del Governo e dell'Amministrazione
della Regione siciliana, approvato con D.P.R. 28 febbraio 1979, n. 70;
Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80;
Vista la legge 7 novembre 1980, n. 116;
Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni
culturali e ambientali, approvato con decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.
490 che ha abrogato la legge 29 giugno 1939, n. 1497;
Visto il regolamento di esecuzione della legge 29 giugno 1939, n. 1497,
approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357;
Visto il decreto n. 6916 del 28 settembre 2001 ed, in particolare, l'art. 8
relativo alle deleghe ai dirigenti responsabili delle aree e dei servizi
dell'Assessorato regionale dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione
delle competenze attribuite al dirigente generale dall'art. 7, comma 1, della
legge regionale n. 10/2000;
Visto il parere prot. n. 2364/336.01.11 dell'8 febbraio 2002, reso dalla
Presidenza della Regione - Ufficio legislativo e legale - relativo alla
competenza in ordine all'apposizione dei vincoli paesaggistici di cui all'art.
139 del testo unico n. 490/99;
Visto l'art. 5 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15;
Visto il D.P.Reg. n. 717 del 28 settembre 2001, che ha annullato il decreto n.
5172 dell'1 febbraio 1996 di approvazione del piano territoriale paesistico
delle Isole Egadi;
Considerato che l'annullamento del piano territoriale paesistico delle Isole
Egadi risulta motivato dall'inadeguato livello di coinvolgimento del comune
nelle procedure di redazione del piano stesso così come da parere n. 826/98
reso dal Consiglio di giustizia amministrativa nell'adunanza del 16 gennaio
2001;
Tenuto conto dell'Accordo Stato-Regioni del 19 aprile 2001 sancito fra il
Ministero per i beni e le attività culturali e i Presidenti delle Regioni e
delle Province autonome, che ha disciplinato i contenuti e i metodi della
pianificazione paesistica regionale, prevedendo tra l'altro all'art. 8 tempi e
modi di verifica dei piani territoriali paesistici già redatti;
Visto il decreto n. 5820 dell'8 maggio 2002, con il quale l'Assessore regionale
per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione competente ai
sensi della legge regionale n. 80/77, ha recepito l'accordo Stato-Regioni
previo parere espresso dalla speciale commissione di cui all'art. 23 del R.D.
n. 1357/40 nella seduta del 3 aprile 2002;
Esaminata la proposta della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali
di Trapani trasmessa con nota prot. n. 1447 del 12 febbraio 2002, con la quale
detto ufficio, nella considerazione che la tutela assicurata dal vincolo
paesaggistico, cui è attualmente sottoposto l'intero territorio delle Isole
Egadi, non si ritiene sufficiente ai fini della salvaguardia degli altissimi
valori paesistici, ambientali e storico-culturali riscontrabili nel territorio
ed evidenziati dal piano territoriale paesistico sopra citato, ha proposto che
vengano adottate le misure di salvaguardia di cui al già citato art. 5 della
legge regionale n. 15/91 per l'intero arcipelago delle Isole Egadi, che ricade
nel territorio comunale di Favignana, e risulta costituito dalle isole di
Favignana, Levanzo, Marettimo e dagli scogli di Formica e Maraone ad esclusione
dei centri abitati come dalle planimetrie ivi allegate e secondo le seguenti
perimetrazioni:
Isola di Favignana
E' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa entro il
seguente perimetro:
- partendo dal mare si prosegue per la via G.B. Perasso, si percorre la
via Libertà, via Dante, via Simone Corleo, via Francesco Crispi, via Manzoni
(area all'interno del foglio di mappa catastale n. 29, all. n. 4 di Favignana).
Si prosegue per la via Matteotti, la via Fardella, via Vittorio Alfieri, via
Lungomare Duilio, si segue il profilo della particella 50 che rimane inclusa
per intero nel vincolo fino ad intersecare la particella 686 e da qui,
perpendicolarmente fino al mare (area all'interno del foglio di mappa catastale
n. 28, all. n. 3 di Favignana).
Isola di Marettimo
E' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa entro il
seguente perimetro interamente ricadente nel foglio di mappa catastale n. 5:
- partendo dal mare si prosegue lungo il confine delle particelle 5 e 6
che rimangono incluse interamente nel vincolo, si prosegue lungo il tracciato
del vecchio torrente "Purteddu", si segue la via Chiesella e un
tratto della via Gaetano Maiorana, si prosegue per la via Salvatore Noto fino
ad intersecare la via Calvario, che si percorre fino ad arrivare al mare (all.
n. 3 di Marettimo).
Isola di Levanzo
E' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa entro il
seguente perimetro ed interamente ricadente all'interno del foglio di mappa n.
17:
- partendo dal mare si sale per il vicolo adiacente la particella 142, si
prosegue per un breve tratto per la via Dogana, si gira per via Capo Grosso
fino ad intersecare la trazzera che delimita la particella 95 che si percorre
per intero, si sale per via Chiesa lungo i confini delle particelle 93, 92, 91
e la particella 55 per la parte prospiciente la via Chiesa, continuando per la
stessa strada fino alla particella 228, si segue il confine delle particelle
58, 88, 90 fino ad intersecare la via Scaletta che si attraversa. Il limite
prosegue lungo il confine della particella 182, lungo la via Calvario, risale
per il confine della particella 182 (lato est), prosegue lungo i confini delle
particelle 69, 68, 67, 175, 176, 119 e da qui fino al mare (all. n. 3 di
Levanzo);
Considerato che il territorio delle Egadi formato da Favignana, Levanzo,
Marettimo, Formica, Maraone e dai diversi isolotti affioranti posto all'estremo
lembo occidentale del territorio siciliano fa parte assieme alla costa della
Sicilia occidentale, di un sistema complesso che costituisce un'unità di
paesaggio di eccezionale valore culturale ed ambientale ed è proprio per la sua
complessità e per l'eterogeneità delle valenze che lo compongono che può essere
definito un autentico monumento;
Considerato che la varietà dei tratti di costa, in alcune parti alte e a
strapiombo sul mare, in altri punti basse e frastagliate con cale, insenature e
grotte, la varia morfologia del territorio, le caratteristiche geologiche e
naturali, le emergenze architettoniche ed archeologiche, concorrono a farne un
bene eccezionale;
Considerato che l'arcipelago, pur costituendo un'unità geografica e culturale,
presenta in ciascuna delle sue isole tali valori e che ogni isola rappresenta a
sua volta, un'unità naturale e culturale a se stante;
Considerato che l'isola di Favignana con una superficie di circa 19 kmq. è la
più estesa delle isole Egadi e anche la più popolata, la più intensamente
antropizzata e la più importante dal punto di vista economico ed
amministrativo.
L'isola, la mitica Aegusa, legata alla leggenda omerica come Isola delle Capre,
viene descritta nel nono libro dell'Odissea. Qui sbarca Ulisse prima di
intraprendere la spedizione contro il ciclope Polifemo. Viene ricordata
soprattutto dagli storici classici per la battaglia che si svolse nelle sue
acque il 10 marzo del 241 a.C. tra la flotta cartaginese comandata da Annone e
quella romana guidata dal console C. Lutazio Catulo. L'attività prevalente
dell'isola è sempre stata la pesca del tonno, a partire dal periodo arabo come
confermano le concessioni di "formare tonnara" in epoca medioevale.
Essa risulta di grande pregio, oltre che paesaggistico, anche geomorfologico,
naturalistico, architettonico ed archeologico:
- dal punto di vista geomorfologico si può distinguere una zona
occidentale caratterizzata da una morfologia più o meno accidentata con
versanti piuttosto acclivi, in corrispondenza del rilievo calcareo del Monte S.
Caterina, passante ad una morfologia più dolce con l'approssimarsi alle linee
di costa.
La piana orientale, su cui si situa anche l'abitato di Favignana, è costituita
da calcarenite. Tale roccia per le sue peculiari caratteristiche tecniche è
stata oggetto di estrazione con tipi di coltivazione diversificata. Si
riscontrano, infatti, zone di cave in cui è stato utilizzato il metodo a fossa
ed altri in cui è stato utilizzato il metodo in galleria.
Per quanto concerne la linea di costa questa si presenta piuttosto frastagliata
con anse più o meno incise a seconda dell'intensità dell'azione marina.
Quest'ultima ha provocato degli ingrottamenti e dei crolli particolarmente
localizzati lungo la cala che dall'isola di Previto arriva a punta Longa, a
cala Canalello, nonché da punta Marsala fino a punta S. Nicola. Sono
individuabili, altresì, cavità più o meno vaste ed irregolari dislocate a quote
diverse;
- dal punto di vista paesaggistico caratteristica è la costa orientale
che ci appare in tutta la sua spettacolarità e unicità traforata dal lavoro dei
cavatori di tufo, uno scenario suggestivo e singolare, un susseguirsi di cave,
grotte, sprofondamenti che si affacciano sul mare.
Anche nell'entroterra numerose sono le voragini geometrizzate, cave di tufo
abbandonate, che risultano delle vere e proprie sculture a scala territoriale.
Tutta Favignana si rapporta al massiccio centrale della "Montagna"
che assume valore simbolico e percettivo costituendo un preciso punto di
riferimento visibile dal mare e da qualsiasi parte dell'isola. Da essa è
possibile godere scorci di eccezionale interesse panoramico della costa della
Sicilia occidentale: Monte Cofano, la falce di Trapani, la laguna dello
Stagnone, capo Lilibeo ecc.
Caratterizza il paesaggio rurale della zona pianeggiante dell'isola la fitta
ragnatela di muretti a secco a protezione delle coltivazioni, che determinano
uno schema geometrico tipico di questo paesaggio rurale. Figurativamente
Favignana, per la sua conformazione, può essere rappresentata come una grande
farfalla;
- dal punto di vista vegetazionale e naturalistico la pianura del
"Bosco" suddivisa dal reticolo dei muretti e dalla viabilità, si
presenta come una vasta area completamente coltivata a seminativo e a vigneto.
Una fascia di scogliera, con le caratteristiche piante alofile, circonda tutta
la pianura e separa nettamente le aree coltivate dal vicino mare.
L'uniformità del paesaggio della "montagna" è a tratti interrotto da
popolamenti arbustivi che costituiscono frammenti residuali della vegetazione
originaria. Laddove questi arbusteti si distribuiscono discontinuamente, il
paesaggio della steppa lascia spazio alla gariga mediterranea. Nell'isola non
mancano espressioni di vegetazioni naturali di rilevanza biogeografica quali:
Brassica macrocarpa, Crocus longiflorus, Euphorbia papillaris, Elatine
macropoda, Iberis semperflorens, Limonium aegusae, Matthiola incana, etc.
Le cave più antiche, localizzate nella "piana", sono state
trasformate dal lavoro dei contadini con pazienti opere di bonifica, in
pregiate aree agricole (orti, frutteti, vigneti) al riparo dai venti.
Le colture agricole si intrecciano con quelle estrattive, lasciando incolte
soltanto quelle aree rese sterili dalla pietra affiorante;
- dal punto di vista urbanistico e architettonico Favignana è
caratterizzata da un singolare impianto urbano determinato dalle edificazioni
ai margini delle cave di tufo che delimitano spazi e verde interni al servizio
delle abitazioni, spazi di grande pregio estetico e naturalistico.
Pertanto, il progressivo accostamento di casa a casa senza un preciso disegno
urbanistico, conferisce una particolare connotazione al sito, che acquista
grande pregio paesistico per i suoi rimandi semantici.
La peculiarità architettonica dell'isola ha un notevole valore
storico-socio-culturale; infatti il "modus aedificandi" sembra
risentire di un certo influsso arabo per la semplicità dei giochi volumetrici e
l'essenzialità formale ed è costituito da case prevalentemente a due elevazioni
con scale esterne e cortili interni, prive di qualsiasi ornamento superfluo e
tipiche di un'architettura spontanea la cui soluzione tipologica è dettata
dalla funzionalità.
L'uso dei materiali locali ha fortemente caratterizzato nel colore e nella
struttura l'architettura di questi luoghi, che si armonizza con l'ambiente
circostante.
Diversi sono i manufatti architettonici sparsi nell'isola che testimoniano la
presenza in questi luoghi delle diverse popolazioni.
Torri arabe, fortezze normanne, strutture del XV sec., nonché stabilimenti per
la trasformazione del tonno (tonnara Florio) veri e propri "monumenti di
archeologica industriale" testimonianza di un processo evolutivo legato
alla principale attività produttiva nella storia di Favignana e dell'intero
arcipelago;
- dal punto di vista archeologico la maggiore concentrazione di
testimonianze si trova sul massiccio montuoso di "Montagna Grossa" in
cui vi sono ben ventidue grotte di interesse preistorico. Si tratta di una
grande necropoli con tombe a forno scavate nella roccia, di cui molte
riutilizzate in epoca romana. Ad epoca successiva, tra la fine dell'VIII sec.
a.C. e l'inizio del VII sec. a.C. è assegnabile l'insediamento di cala San
Nicola che testimonia la presenza in contrada Bosco di genti semitiche, Fenici
prima e Punici poi.
Di straordinario interesse dal punto di vista epigrafico è la "Grotta del
Pozzo" perché contiene dieci iscrizioni di notevole interesse.
La grotta ritenuta tomba punica a camera, ma anche luogo di culto, reca inoltre
raffigurazioni frecciformi e di pesci, che ne attestano la frequentazione in
epoca cristiana.
In contrada "Badia" si trovano i resti di un ninfeo o di un piccolo
impianto termale di età romana e a questa stessa fase è da attribuire
l'impianto per la lavorazione del pesce rinvenuto a Punta San Nicola.
Considerato che l'isola di Marettimo, estesa per 12 Kmq, è il vero
"gioiello dell'Arcipelago" ed è la più interessante dal punto di
vista naturalistico, è la più montuosa, aspra, scoscesa e selvaggia di tutte le
isole. E' una montagna alta e alpestre, non forma alcun seno accessibile, la
parte che guarda a ponente è quasi inaccessibile, quella di levante è poco meno
inclinata;
- dal punto di vista geomorfologico l'isola estesa per Kmq 12, si presenta come
un unico imponente rilievo calcareo costituito da una dorsale che raggiunge il
suo culmine nei suoi mt. 686 di Pizzo Falcone.
I versanti settentrionali ed occidentali sono invece caratterizzati dalle
scoscese rocce dolomitiche con alte guglie, e ripidissime falesie;
- dal punto di vista paesaggistico, di intatta bellezza sono le coste di
Marettimo frastagliate da cale e insenature che difficilmente raggiungibili via
terra si sono preservate da trasformazioni ed interventi. Di particolare
suggestione sono le numerose e notevoli grotte che si aprono in tutti i
versanti, tra le quali famose sono quelle denominate "Del Tuono",
"Del Presepe", "Del Cammello".
L'isola offre singolari quadri naturali e la possibilità di godere panorami di
incomparabile bellezza;
- dal punto di vista vegetazionale e naturalistico l'isola conta numerosi tipi
di flora alcuni dei quali endemici ed in particolare le "rupi" sono
da considerarsi un eccezionale "luogo botanico" dal punto di vista
scientifico, così come documentato da due grandi studiosi dell'Ottocento,
Gussone e Lo Jacono, con le loro ricchezze di specie, alcune delle quali non si
ritrovano in Sicilia, ma sono presenti nel litorale centro-meridionale della
penisola, quali la Daphine Aleifalia e l'Eradium Marettimum.
Il paesaggio vegetazionale predominante è quello della macchia mediterranea a
rosmarino, erica, lentisco e cistu.
Nelle espressioni di macchia forestale più esuberanti si trovano leccio e
dafne. In alcune zone sono stati effettuati interventi di rimboschimento con
conifere ed acacee.
La flora assume caratteri di unicità sulle pareti verticali dove hanno trovato
rifugio alcune espressive associazioni vegetali uniche nel loro genere, con
endimismi antichissimi, che documentano il prolungato isolamento dalla terra
madre. Gli unici spazi che la natura accidentata dell'isola ha concesso
all'agricoltura si trovano subito sopra l'abitato e comunque non risultano
coltivati;
- dal punto di vista architettonico l'abitato di Marettimo conserva le caratteristiche
del tipico insediamento marinaro con piccole case con tetto piano a terrazzo,
quasi prive di sporgenza sui fronti ed un semplice sistema viario che degrada
dalle pendici della collina verso il mare.
La tipologia costruttiva mostra delle caratteristiche unitarie, sia formali che
funzionali, che contribuiscono profondamente alla creazione del peculiare
paesaggio dell'arcipelago.
L'abitato si sviluppa in un'insenatura naturale e le singole residenze si
adagiano alla morfologia del luogo, integrandosi profondamente all'ambiente.
Sull'estremo lembo nord-occidentale dell'isola troviamo i ruderi di un edificio
di probabile origine araba e il castello di Punta Troia costruito nel XVII
secolo dagli Spagnoli, sul luogo dove in epoche precedenti Saraceni e Normanni
avevano edificato torri di avvistamento;
- dal punto di vista archeologico l'isola che è menzionata dalle fonti
classiche come "hieronesos" e cioè "isola sacra" ed è
ricordata come punto di approdo e rifugio della flotta cartaginese prima e dopo
la battaglia delle Egadi, conserva nella contrada Le Case un tratto di muro
megalitico di epoca pre-romana.
Vi sono inoltre i resti di una costruzione romana in opus caementicium in
posizione dominante, forse i resti di un posto di avvistamento. Nei pressi sorgono
i resti di una chiesetta basiliana dell'XI-XII secolo dopo Cristo.
I rinvenimenti sottomarini sono frequentissimi nelle acque di Marettimo; per lo
più consistono in ceppi d'ancora oltre che in anfore di età ellenistica, punica
e romana.
Considerato che l'isola di Levanzo l'antica Phorbantia separata da Favignana da
un breve tratto di mare, estesa 5 kmq., è la più piccola delle Egadi, è
interamente montuosa e buona parte delle sue coste è strapiombante e
inaccessibile.
La sua importanza è data soprattutto dalle sue valenze naturalistiche;
- dal punto di vista geomorfologico quest'isola si differenzia per ampi
caratteri sia da Marettimo che da Favignana.
La modesta estensione, la particolare giacitura degli strati e le modifiche
indotte dalla tettonica costituiscono delle particolarità non riscontrabili nel
resto dell'arcipelago. Sull'isola si distingue principalmente il rilievo di
Pizzo del Monaco di quota 278 sul livello del mare di forma allungata in
direzione NO-SE con pareti acclivi che nelle zone pedemontane vengono spesso
addolcite da una coltre detritica. Tale complesso comincia a degradare verso il
mare con forme piuttosto aspre a Punta dei sorci, a Punta Genovese e a Punta
Pesce; in particolare nel tratto compreso tra Punta Genovese e Punta Pesce si
osservano alcuni gradini morfologici anche molto estesi.
Il resto dell'isola è costituito da un esteso altopiano interrotto localmente
da rilievi di forma arrotondata (Pizzo Corvo e contrada Torre).
In alcune zone si osservano delle coperture di materiale detritico, rielaborato
dall'azione marina ed in parte cementato, che colma preesistenti depressioni
creando così delle sottili e poche estese linee di spiaggia.
La linea di costa è molto varia e tormentata: si distinguono, infatti, pareti
molto alte e ripide nel tratto compreso tra cala Calcarea e Punta Genovese,
pareti meno acclivi tra Punta Genovese, Punta Pesce, mentre da quest'ultima
punta fino Punto Altarello si individuano cale di forma squadrata.
Peculiarità di un certo rilievo sono da evidenziare nel versante meridionale di
Punta del Monaco in corrispondenza di Punta Pesce in cui si sono riscontrati
dei crolli sparsi che conferiscono un particolare aspetto morfologico alla
zona.
- da un punto di vista paesaggistico la sua bellezza sta soprattutto
nell'integrazione e nel contrasto tra le acque limpidissime e la montagna dove
una vegetazione naturale a gariga, con grandi agavi e zone di rimboschimento
rappresentato da Pinus, Eucaliptus ed acacia determinano un paesaggio vegetale
quanto vario ed espressivo di una situazione seminaturale in cui gli elementi
dell'attività antropica si fondano con le potenzialità naturali.
Di particolare valore paesaggistico è inoltre il faraglione a non più di 50
mt.. Dalla riva che ospita ormai stabilmente una colonia di gabbiani, e le
numerose cale quali Cala Minnola, Cala Fredda e Cala Dogana etc...
- dal punto di vista vegetazionale e naturalistico, l'isola ad esclusione
della pianura di contrada Il Fosso si presenta principalmente ricoperta da
fitta coltre di macchia mediterranea, di natura spontanea integrata da piante
alofile da scogliera e da tipiche piante rupestri, in cui spiccano le palme
nane, l'euforbia papillaris, diverse varietà di agave, etc...
In questi ambiti sono oggi quasi del tutto assenti i fenomeni di
antropizzazione, per cui sono ancora salvi i caratteri di accentuata
naturalità.
Sull'altopiano detto la Fossa si concentravano nel passato le poche aree
coltivate, la cui coltura predominante era costituita dalla vite.
Tali terreni, nel tempo sono stati abbandonati, e usati per il pascolo e
l'incolto, ciò ha favorito la ricostruzione di aspetti di vegetazione naturale
e la comparsa di numerose aree con vegetazione ruderale;
- dal punto di vista architettonico il piccolo nucleo abitativo si
sviluppa nella parte meridionale dell'isola e si affaccia sulla splendida Cala
Dogana, su un ripido versante tra la timpa ed il mare ed è sormontato da un
costone roccioso. Ha il tipico aspetto di villaggio marinaro.
La natura del luogo ha dato la forma urbana all'insediamento che (privo di
piazza) si arrampica per scale e piccole strade sulla collina. Mentre le
abitazioni si affacciano sulla stretta spiaggia sottostante.
Elemento di spicco per la sua stessa posizione e dimensione è Villa Ada o Villa
Burgarella con il giardino circostante articolato in terrazzamenti e muretti a
secco che rimarcano le curve di livello del terreno, mentre la rimanente area è
di particolare valore estetico, scientifico, botanico e geomorfologico in
quanto costituita da un ambiente roccioso e da una macchia arbustiva e da
gariga tipiche del paesaggio mediterraneo.
Altre emergenze architettoniche di rilievo sono la Torre saracena sopra Cala
Minnola e le case Florio in contrada Le Case;
- dal punto di vista archeologico importanti sono le tracce lasciate
dall'uomo sin dal Paleolitico superiore.
Nella grotta di Cala Genovese (o del Genovese) si trova uno dei più
straordinari complessi figurativi di arte rupestre preistorica. Le
raffigurazioni si distinguono in due cicli artistici differenti per tecnica ed
età.
Il ciclo più recente è costituito da pitture in colore nero ad eccezione di una
in ocra rossa, riproducenti circa un centinaio di figure antropomorfe, zoomorfe
e simboliche: per i confronti con l'arte franco-cantabrica vengono datate ad epoca
neo-eneolitica.
Il secondo ciclo, più antico perché riferibile al Paleolitico superiore (10.000
anni a.C.), è costituito da raffigurazioni incise riproducenti 29 animali e 3
figure umane. Lo stile di queste incisioni è naturalistico, le figure degli animali,
visti di profilo, consistono in bovidi, cervidi ed equidi; tra questi ultimi
compare anche l'equus hydruntinus, oggi estinto.
Le altre grotte per i ricchi depositi antropozoici, testimoniano una
eccezionale ricchezza di industrie litiche del Paleolitico superiore. Le
successive fasi, fenicio-punica ed ellenistica, sono riscontrabili in diverse
parti dell'isola per la presenza in superficie di frammenti ceramici.
Al periodo romano è attribuibile infine, oltre a varie testimonianze di
mosaici, tesoretti, monetali, ecc. un importantissimo impianto scoperto a Cala
Minnola destinato alla produzione del gauum;
Considerato che Maraone e Formica poste fra Levanzo e la costa trapanese
possono considerarsi più scogli che isole.
Maraone, infatti, è un grosso scoglio lungo 600 m. piatto e deserto.
Formica è un isolotto largo 680 m. ed è caratterizzato soprattutto dai
fabbricati della vecchia tonnara, non più in funzione.
Notevole è il loro valore dal punto di vista naturalistico.
L'arcipelago delle Egadi, riveste, inoltre notevole importanza sotto il profilo
faunistico, infatti la conformazione stessa del suolo, uniforme per la
predominanza della roccia affiorante, ma tuttavia differenziata nella
struttura, dà luogo ad ambienti particolarmente adatti ad un popolamento
faunistico diversificato.
Qui nidificano la Hieraetus fasciatus (aquila del bonelli), la Hydrobates
pelagicus (uccello delle tempeste), il Larus cachinnans (gabbiano reale), la
Puffinus puffinus (berta minore), Sylvia undata (Magnanina), etc...
Inoltre le alte scogliere costituiscono l'approdo naturale dell'avifauna in
migrazione ed il luogo di nidificazione ideale di alcune specie di uccelli
marini;
Considerato che con D.P.R.S. n. 2667 del 10 agosto 1991, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Regione siciliana n. 53 del 16 novembre 1991, l'intero
arcipelago delle Egadi è stato interamente sottoposto a vincolo paesaggistico,
ai sensi e per gli effetti della legge n. 1497/39;
Ritenuto che nelle more degli accertamenti, verifiche e adempimenti di cui al
suddetto decreto n. 5820 dell'8 maggio 2002, necessari per la rivisitazione del
piano territoriale paesistico delle Isole Egadi, occorre, così come richiesto
dalla Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Trapani, con la nota
prot. n. 1447 del 12 febbraio 2002, porre rimedio al grave rischio di
interventi indiscriminati, idonei ad alterare i connotati salienti
dell'arcipelago delle Egadi, che va salvaguardato, inibendo eventuali attività
che possano modificare l'aspetto dei luoghi di singolare pubblico interesse
paesaggistico, mediante la dichiarazione di immodificabilità temporanea, in
applicazione dell'art. 5 della legge regionale n. 15/91;
Considerato che l'apposizione di un termine finale al provvedimento di vincolo
come sopra descritto è imposto, ferma restando la condizione risolutiva
dell'approvazione del piano territoriale paesistico dell'area suddetta, dal
disposto dell'art. 2 della legge 19 novembre 1968, n. 1187 e dell'art. 1 della
legge regionale 5 novembre 1973, n. 38, applicabili analogicamente nel caso di
specie;
Ritenuto che alla dichiarazione di immodificabilità temporanea interessante il
territorio suddetto, debba far seguito l'emanazione di una adeguata e
definitiva disciplina di uso del territorio da dettarsi ai sensi dell'art. 149
del testo unico n. 490/99 e dell'art. 1bis della legge n. 431/85,
mediante la redazione di un piano territoriale paesistico e comunque non oltre
il termine di mesi 8 dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta
Ufficiale della Regione siciliana;
Decreta:
Art. 1
Al fine di garantire le migliori condizioni di tutela, ai sensi e per gli
effetti dell'art. 5 della legge regionale 30 aprile 1999, n. 15, fino
all'approvazione del piano territoriale paesistico e comunque non oltre il termine
di mesi 8 dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta
Ufficiale della Regione siciliana, è vietata ogni modificazione
dell'assetto del territorio, nonché qualsiasi opera edilizia, con esclusione
degli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento
statico, di restauro conservativo e delle opere pubbliche e interventi di
pubblico interesse approvati in linea tecnica, anche ai sensi dell'art. 151 del
testo unico n. 490/99, alla data di entrata in vigore del presente decreto, che
non alterino lo stato dei luoghi e l'aspetto esteriore dell'Arcipelago delle
Isole Egadi, ricadente nel territorio comunale di Favignana costituito dalle
isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e dagli scogli di Formica e Maraone ad
esclusione dei centri abitati così come descritto e delimitato in premessa e
nelle planimetrie A, B, C, D, E, F, G, H, I ed L allegate al presente decreto
di cui formano parte integrante e sostanziale.
Art. 2
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Regione siciliana, unitamente alle planimetrie, di cui sopra è cenno ai sensi
degli artt. 142, comma 1, del testo unico n. 490/99 e 12 del R.D. n. 1357/40.
Una copia della Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana contenente il
presente decreto sarà trasmessa entro il termine di mesi uno dalla sua
pubblicazione, per il tramite della competente Soprintendenza, al comune di
Favignana, perché venga affissa per tre mesi naturali e consecutivi all'albo
pretorio del comune stesso.
Altra copia della Gazzetta, assieme alle planimetrie della zona
vincolata, sarà contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di
Favignana, ove gli interessati potranno prenderne visione.
La Soprintendenza competente comunicherà a questo dipartimento la data
dell'effettiva affissione del numero della Gazzetta sopra citata
all'albo del comune di Favignana.
Art. 3
Avverso il presente decreto è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R.
entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta
Ufficiale della Regione siciliana, nonché ricorso straordinario al
Presidente della Regione entro 120 giorni dalla data di pubblicazione del
presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana
Palermo, 20 maggio 2002.
GELARDI
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