DECRETO 20 aprile 1998
G.U.R.S. 13 giugno 1998, n.
30
ASSESSORATO
DEI BENI CULTURALI ED
AMBIENTALI
E DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Dichiarazione di notevole
interesse pubblico dell'area di Monte Scalpello, ricadente nel comune di Castel
di Judica.
L'ASSESSORE
PER I BENI CULTURALI ED
AMBIENTALI
E PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE
Visto lo Statuto della
Regione;
Visto il D.P.R. 30 agosto
1975, n. 637, recante norme di attuazione dello Statuto della Regione Siciliana
in materia di tutela del paesaggio, di antichità e belle arti;
Visto il T.U. delle leggi
sull'ordinamento del Governo e dell'amministrazione della Regione Siciliana,
approvato con D.P.Reg. 28 febbraio 1979, n. 70;
Vista la legge regionale 1
agosto 1977, n. 80;
Vista la legge regionale 7
novembre 1980, n. 116;
Vista la legge 29 giugno
1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali e panoramiche;
Visto il regolamento di
esecuzione della predetta legge n. 1497, approvato con R.D. 3 giugno 1940, n.
1357;
Vista la legge 8 agosto
1985, n. 431;
Vista la legge regionale 30
aprile 1991, n. 15;
Visto il decreto n. 7092 del
29 luglio 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.
46 del 9 settembre 1995, con il quale l'area di Monte Scalpello e Monte
Turcisi, ricadente nel territorio comunale di Castel di Judica, è stata
dichiarata temporaneamente immodificabile, ai sensi della legge regionale 30
aprile 1991, n. 15;
Visto il decreto di proroga
n. 7001 del 12 agosto 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione
Siciliana n. 49 del 6 settembre 1997, con il quale è stato prorogato per un
ulteriore biennio il vincolo sopra descritto;
Visto il verbale n. 59
redatto nella seduta del 19 aprile 1997, facente parte integrante e sostanziale
del presente decreto, nel quale la Commissione provinciale per la tutela delle
bellezze naturali e panoramiche di Catania ha proposto di sottoporre a vincolo
paesaggistico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, la parte di
territorio comunale di Castel di Judica corrispondente al rilievo di Monte
Scalpello ricadente nel comune di Castel di Judica;
Esaminata la perimetrazione
descritta nel verbale n. 59/97 della sopracitata commissione, che viene meglio
specificata e integrata come segue:
"partendo dal punto di
intersezione tra il limite amministrativo tra le province di Enna e Catania e
la strada statale n. 192, la perimetrazione segue il ciglio occidentale di
detta strada in direzione sud-est fino ad incontrare il bivio con la strada
comunale Cuticchi-Catenanuova; da questo punto la perimetrazione continua in
direzione sud-ovest, lungo il ciglio settentrionale di detta strada, segnata
nell'allegata planimetria I.G.M. nel primo tratto come mulattiera, nel secondo
come strada secondaria e nel terzo ancora come mulattiera, fino al punto in
intersezione con il limite amministrativo tra le provincie di Enna e Catania,
in contrada S. Nicolella. Da questo punto la perimetrazione segue, in senso
orario in direzione nord-est, il suddetto limite amministrativo fino al punto
di partenza;
Accertato che il verbale n.
59 del 19 aprile 1997 è stato pubblicato all'albo pretorio del comune di Castel
di Judica dal 19 agosto 1997 al 19 novembre 1997 e depositato nella segreteria
del comune stesso, per il periodo prescritto dalla legge n. 1497/39;
Ritenuto che le motivazioni
riportate nel succitato verbale del 19 aprile 1997 a supporto della proposta di
vincolo, sono sufficienti e congrue e testimoniano di un ambiente
singolarissimo che presenta tutti i requisiti per essere oggetto di una
studiata e corretta tutela che impedisca alle bellezze naturali e
paesaggistiche della zona in questione di subire alterazioni di degrado
irreversibili;
Considerato che non sono
state prodotte opposizioni al vincolo de quo, ai sensi dell'art. 3 della legge
29 giugno 1939, n. 1497;
Considerato, quindi, nel
confermare la proposta di vincolo in argomento, di potere accogliere nella loro
globalità le motivazioni, espresse in maniera sufficiente e congrua dalla
Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Catania nel verbale
n. 59 della seduta del 19 aprile 1997 e correttamente approfondite nello
stralcio planimetrico allegato al verbale stesso, documenti ai quali si rimanda
e che formano parte integrante del presente decreto;
Ritenuto, pertanto, che
nella specie ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse, per il cospicuo
carattere di bellezze naturali e di singolarità geologica, che suggeriscono
l'opportunità di sottoporre a vincolo paesaggistico la parte di territorio
comunale di Castel di Judica corrispondente al rilievo di Monte Scalpello
ricadente nel comune di Castel di Judica in conformità alla proposta del 19
aprile 1997 verbalizzata dalla Commissione provinciale per la tutela delle
bellezze naturali e panoramiche di Catania;
Rilevato che l'apposizione
del vincolo comporta soltanto l'obbligo per i proprietari, possessori o
detentori a qualsiasi titolo, degli immobili ricadenti nella zona vincolata, di
presentare alla competente Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali, per
la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possa modificare
l'aspetto esteriore della zona stessa;
Decreta:
Art. 1
Per le motivazioni espresse
in premessa, la parte di territorio comunale di Castel di Judica,
corrispondente al rilievo di Monte Scalpello, ricadente nel comune di Castel di
Judica, area meglio descritta nel verbale n. 59 del 19 aprile 1997 della
Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di
Catania e delimitata con pallinato nero nella corografia allegata che, insieme
al succitato verbale forma parte integrante del presente decreto, è dichiarata
di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 1, numeri
1 e 4, della legge 29 giugno 1939, n. 1497 e dell'art. 9 del relativo
regolamento di esecuzione, approvato con R.D. 3 giugno 1940, n. 1357.
Art. 2
Il presente decreto sarà
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, unitamente al
verbale n. 59 redatto nella seduta del 19 aprile 1997 dalla competente
Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di
Catania ed alla planimetria di cui sopra è cenno ai sensi degli artt. 4 della
legge n. 1497/39 e 12 del R.D. n. 1357/40.
Una copia della Gazzetta
Ufficiale della Regione Siciliana contenente il presente decreto sarà trasmessa
entro il termine di mesi uno dalla sua pubblicazione, per il tramite della
competente Soprintendenza, al comune di Castel di Judica, perché venga affissa
per tre mesi naturali e consecutivi all'albo pretorio del comune stesso.
Altra copia della predetta
Gazzetta, assieme alla planimetria della zona vincolata, sarà
contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di Castel di Judica
ove gli interessati potranno prenderne visione.
La Soprintendenza competente
comunicherà a questo Assessorato la data dell'effettiva affissione del numero
della Gazzetta sopra citata all'albo del comune di Castel di Judica.
Art. 3
Avverso il presente decreto
è ammesso ricorso ai sensi e per gli effetti del 3° comma dell'art. 4 della
legge 29 giugno 1939, n. 1497, entro sei mesi dalla data di affissione all'albo
del comune interessato della copia della Gazzetta Ufficiale della Regione
Siciliana contenente il citato decreto, nonché ricorso giurisdizionale innanzi
al T.A.R. entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto
nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.
Palermo, 20 aprile 1998.
CROCE
Allegati
COMMISSIONE PROVINCIALE
PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE
NATURALI
E PANORAMICHE DI CATANIA
Verbale n. 59 del 19 aprile
1997
L'anno 1997, il giorno 19
del mese di aprile alle ore 9,30 nella sede della Soprintendenza dei beni
culturali ed ambientali di Catania in via Luigi Sturzo n. 62, si è riunita a
seguito di avvisi di convocazione del 15 marzo 1997 prot. n. 436 (racc. A.R.),
la Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche
di Catania, costituita in ordine all'art. 2 della legge 29 giugno 1939, n. 1497
e successive modifiche di cui al D.P.R.S. n. 805 del 3 dicembre 1975 art. 31,
con D.A. n. 8610 del 24 dicembre 1994, per discutere il seguente:
Ordine del giorno
(raccomandata del 15 marzo
1997 prot. 436)
1) lettura, approvazione e
sottoscrizione del verbale n. 58;
2) Licodia Eubea: proposta
di vincolo di singolarità geologica della grotta Salinelle;
3) Castel di Judica:
proposta di vincolo di parti del territorio comunale (Monte Scalpello e Monte
Turcisi);
4) Vizzini: proposta di
vincolo di parte del territorio comunale ("Concerie" e zone
circostanti);
5) varie ed eventuali.
Sono presenti:
1) dott.ssa Francesca
Migneco, soprintendente per i beni culturali ed ambientali di Catania -
presidente;
2) arch. Giuseppe Dato -
componente;
3) prof. Nunzio Famoso -
componente;
4) dott. ing. Ignazio
Sansone, direttore del Corpo regionale delle miniere di Catania - componente.
Assente, benchè regolarmente
invitato, l'ispettore forestale della provincia di Catania.
Assiste in qualità di
segretario, ai sensi dell'art. 3 del R.D. n. 1357/40, il dott. Franco La Fico
Guzzo, funzionario della Soprintendenza, nominato con nota protocollo n. 431
del 14 marzo 1997.
Partecipa alla riunione, per
chiarimenti sui vari aspetti relativi alle proposte dei vincoli in esame, il
dott. G. Li Rosi, dirigente tecnico geologo della Soprintendenza di Catania.
Alle ore 10,00 il
presidente, dott.ssa Francesca Migneco, constatato il numero legale dei
componenti la commissione, ai sensi dell'art. 5 del regolamento del 3 giugno
1940, n. 1357, dichiara aperta la seduta porgendo un cordiale saluto di
benvenuto ai presenti.
Il presidente inizia la
seduta, invitando il dott. La Fico a leggere il verbale della seduta
precedente. Dopo la lettura i componenti confermano e sottoscrivono il verbale
n. 58 dell'1 marzo 1997.
(Omissis)
Non avendo altro da
discutere riguardo all'argomento si passa alla trattazione del 2° punto
all'ordine del giorno, riguardante la proposta di vincolo di parti del
territorio comunale di Castel di Judica (Monte Scalpello e Monte Turcisi). Il
presidente invita il dott. Li Rosi ad esporre le ragioni della proposta di
vincolo.
Il dott. Li Rosi interviene
esponendo le ragioni che hanno determinato la proposta di vincolo.
Il Monte Scalpello è la
parte più elevata (583 m. s.l.m.) di una dorsale che si estende per una
lunghezza di circa 2,5-3,0 km. in direzione est-ovest al confine fra le
province di Catania e di Enna.
Il versante del monte
ricadente in provincia di Enna è stato sottoposto a vincolo ai sensi della
legge n. 1497/39 con proposta della Commissione per la tutela delle bellezze
naturali e paesaggistiche della provincia di Enna approvata nella seduta del 28
settembre 1995.
La porzione di territorio
oggetto della presente proposta di vincolo ricade nel territorio comunale di
Castel di Judica. Sulla carta topografica edita dall'I.G.M. questa interessa la
tavoletta "Catenanuova" 269 IV SE.
Il monte per la sua
posizione e le sue caratteristiche morfologiche può essere considerato
l'estremo lembo orientale della catena dei Monti Erei che occupa la zona
centrale dell'isola. La sua sagoma, che si staglia isolata sulla pianura
circostante, per la parte di versante riguardante la provincia di Enna è
chiaramente visibile dall'autostrada A19 Catania-Palermo, all'altezza dello
svincolo di Catenanuova. Dalla sua vetta si domina un panorama che spazia dalla
Piana di Catania, ai Nebrodi, agli Erei, alle colline di Caltagirone, al
massiccio etneo e si possono intravedere alcuni dei centri abitati circostanti
(Centuripe, Agira, Assoro, ecc.).
Oltre alle valenze
paesaggistiche Monte Scalpello possiede alcune peculiarità di carattere
geologico, botanico e faunistico, che ne fanno un complesso naturale di
rilevante valore.
Infatti, la successione
stratigrafica dei terreni che lo formano, conosciuta in letteratura come
"Unità di Monte Iudica", molto ricca di fossili triassici,
rappresenta un'anomalia per la sua posizione molto più esterna rispetto ad
altre analoghe formazioni della Sicilia settentrionale.
Tale successione inizia con
una "alternanza argilloso-calcareo arenacea" ("Formazione
Mufara"), ricca di faune fossili ad ammonoidi, a lamellibranchi e a
gasteropodi, appartenente al Carnico medio-superiore; seguono, in alto,
"Calcari con selce", del Carnico superiore, "Radiolariti"
giurassiche con vulcaniti, marne e calcari marnosi rossi e biancastri in facies
di "scaglia" ed infine "argille marnose ed arenarie glauconitiche"
dell'Oligocene-Miocene superiore-medio.
Fra i termini descritti
specie i "Calcari con selce" e le "Radiolariti", lungo il
versante ricadente in provincia di Catania, formano degli affioramenti molto
suggestivi e spettacolari per la varietà dei colori e delle forme e la
creazione di pareti a strapiombo che incombono sulla vallata sottostante.
Dal punto di vista botanico,
la vegetazione presente, molto rada e di tipo prevalentemente spontaneo è
rappresentata soprattutto dall'Ampelodesmo tenax e dalla macchia mediterranea
con alberi isolati di ulivo, pistacchio selvatico, leccio, lentisco, sommacco,
artemisia, biancospino, oleastro, carrubbo, timo, nonché da numerosi fiori, tra
cui l'orchidea spontanea, il ciclamino montano, la sternbergia, l'iris, la
mandragora, ecc.
Sotto l'aspetto faunistico
la ridotta frequentazione dei luoghi ha favorito il proliferare di conigli
selvatici, lepri, donnole, istrici, ricci, talpe, piccoli roditori e rapaci.
E' da segnalare infine la
presenza, sulla sommità del monte, di alcuni manufatti che rivestono,
nell'ambito geografico della zona d'inquadramento, notevole importanza dal
punto di vista storico-antropologico. Si tratta di un santuario e dei ruderi di
un eremo del '700, insieme a resti di manufatti (rovine di edifici, cisterne,
muretti di recinzione, ecc.) risalenti ad epoche precedenti (occupazione
araba).
Il santuario è sede di
pellegrinaggi da parte dei fedeli che la prima domenica di maggio e di ottobre
vi si recano per venerare la Madonna del Rosario. All'interno del santuario
sono conservati, in un'urna di vetro, i "Corpora santa" dei tre frati
Filippo Dulcetto, Matteo e Mariano Rotolo, che circa cinque secoli fa, sul
monte, iniziarono la loro esperienza di eremiti. Nei secoli successivi il loro
esempio fu seguito da altri monaci che si stabilirono sulla sommità del monte e
caratterizzarono con la loro attività questo luogo suggestivo. Quanto detto è
testimoniato dalla presenza di grandi strutture d'uso culturale e dai resti di
altre strutture, in muratura, destinate al ricovero degli eremiti e degli
animali, e all'immagazzinamento di scorte alimentari ed idriche. Queste
strutture, che probabilmente riutilizzano o sorgono sulle preesistenze del
periodo arabo-emirale o svevo, meriterebbero un intervento di salvaguardia e di
recupero.
Intervengono
alternativamente tutti i componenti la commissione esprimendo adesione alle
tesi esposte.
Riguardo alla perimetrazione
il dott. Li Rosi puntualizza di aver ampliato leggermente il perimetro del
vincolo rispetto a quello ai sensi dell'art. 5 della legge regionale n. 15/91
di cui al D.A. n. 7092 del 29 luglio 1995 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
della Regione Siciliana n. 46 del 9 settembre 1995, ritenendo utile inserire
una adeguata fascia di rispetto estesa verso la campagna circostante per meglio
tutelare le visuali della struttura carbonatica.
Intervenendo l'ing. Sansone
conferma la propria adesione al vincolo di Monte Scalpello, muovendo però delle
perplessità circa il perimetro proposto dal dott. Li Rosi in quanto ritiene che
le aree incluse nella proposta di vincolo, ad eccezione di quelle già tutelate
con decreto n. 7092 ai sensi dell'art. 5 della legge regionale n. 15/91,
posseggono le medesime caratteristiche di quelle contermini e pertanto il
perimetro dovrebbe allargarsi a dismisura alle campagne circostanti.
Alle considerazioni
dell'ing. Sansone si associano i componenti della commissione e pertanto sono
favorevoli a confermare il perimetro di cui al decreto n. 7092.
A questo punto il
presidente, ritenuta esaurita la fase di discussione, prega i componenti la
commissione, dopo aver invitato i funzionari esterni alla commissione ad
allontanarsi, e dopo che questi si sono allontanati, di esprimere singolarmente
il proprio voto sul seguente trattato.
Proposta di vincolo di parti
del territorio comunale di Castel di Judica e più precisamente dell'area di
Monte Scalpello.
Sono presenti e votanti:
1) dott.ssa Francesca
Migneco, soprintendente per i beni culturali ed ambientali di Catania -
presidente;
2) arch. Giuseppe Dato -
componente;
3) prof. Nunzio Famoso -
componente;
4) ing. Ignazio Sansone,
ingegnere capo del Corpo regionale delle miniere di Catania - componente.
Assiste come segretario, il
dirigente tecnico geologo dott. Franco La Fico Guzzo della Soprintendenza ai
beni culturali ed ambientali di Catania.
La Commissione
- considerato che l'area di
Monte Scalpello risulta di grande pregio geomorfologico, geologico e
naturalistico;
- considerato che, al di là
dell'aspetto scientifico, da un punto di vista prettamente paesaggistico le
aree individuate sono caratterizzate da bellezza non comune per l'unicità delle
forme del paesaggio modellato dai processi naturali ivi presenti;
- condivisa ed apprezzata la
relazione introduttiva;
- esaminata la ricca ed
esauriente documentazione fotografica approntata dalla Soprintendenza;
Delibera
All'unanimità con il voto
favorevole dei sigg.ri:
1) dott.ssa Francesca
Migneco, soprintendente per i beni culturali ed ambientali di Catania -
presidente;
2) arch. Giuseppe Dato - componente;
3) prof. Nunzio Famoso -
componente;
4) ing. Ignazio Sansone,
ingegnere capo del Corpo regionale delle miniere di Catania - componente;
di proporre al competente
Assessorato, di sottoporre a vincolo ai sensi della legge 29 giugno 1939, n.
1497, art. 1 n. 1 e n. 4 e dell'art. 9 del regolamento 3 giugno 1940, n. 1357,
la parte di territorio comunale di Castel di Judica corrispondente al rilievo
di Monte Scalpello, evidenziata in giallo nella corografia in scala 1:25.000 e
delimitata con pallinato nero.
La perimetrazione ripropone
gli stessi identici limiti delle aree che sono allo stato attuale sottoposte al
vincolo di immodificabilità ai sensi della legge regionale n. 15/91 art. 5.
Pertanto viene approvata la
seguente delimitazione: l'area proposta, situata a nord-ovest dell'abitato di
Castel di Judica, ricade all'interno della tavoletta Catenanuova F. 269 IV S.E.
Partendo dal punto di
intersezione tra il limite amministrativo tra le province di Enna e Catania e
la strada statale n. 192, la perimetrazione segue il ciglio occidentale di
detta strada in direzione sud-est fino ad incontrare il bivio con la strada
comunale Cuticchi-Catenanuova; da questo punto la perimetrazione continua, in
direzione sud-ovest, lungo il ciglio settentrionale di detta strada fino al
punto di intersezione con il limite amministrativo tra le province di Enna e
Catania, in contrada S. Nicolella. Da questo punto la perimetrazione segue, in
senso orario in direzione nord-est, il suddetto limite amministrativo fino al
punto di partenza.
(Omissis)
Esauriti tutti i punti
dell'ordine del giorno, il presidente ringrazia gli intervenuti e dichiara
sciolta la seduta alle ore 13,00.
Il presidente: Migneco
Il segretario: Guzzo
I componenti:
Dato - Famoso - Sansone
Planimetria
- [non disponibile, vedasi G.U.R.S. 13 giugno 1998, n. 30].