Museo Archeologico Regionale di Camarina
Spazio e Segno dall'antico all'informale
 

Uno sguardo alle collezioni


L'attuale sistemazione museografica del Museo di Camarina segue un criterio cronologico - tematico. L'allestimento pianifica il percorso in maniera tale che il visitatore possa essere condotto, seguendo il percorso storico-topografico, alla visita della città antica, le cui tracce appaiono già all'interno del Museo.

Nelle prime due sale del Padiglione Est, originariamente utilizzato dai contadini come abitazione, è possibile visionare i reperti di età preistorica provenienti dal territorio limitrofo; tra questi si segnalano gli esemplari risalenti all’età del bronzo (2200 – 1450 a.C.) rinvenuti da P. Orsi nel villaggio del Branco Grande, l'unico finora in Sicilia munito di fortificazione ad aggere. La sala successiva è dedicata alla fase arcaica (VI sec. a.C.), illustrata dai ricchi corredi funerari provenienti prevalentemente dalla necropoli del Rifriscolaro. Abbondano tra i reperti le importazioni corinzie, ioniche e attiche, rinvenute all’interno di sepolture sia ad incinerazione che ad inumazione. Proseguendo nel percorso si incontra la Sala dei Culti, incentrata sulla figura di Persefone; nello stesso ambiente, al di sotto del livello pavimentale, sono messi in luce i resti delle fondamenta del tempio dedicato ad Athena, dea protettrice della città, innalzato sull’acropoli agli inizi del V sec. a.C. Il padiglione

Ovest documenta la vita camarinese dall’età classica all’età ellenistico-romana nei suoi molteplici aspetti: l'impianto dell'agorà, principale spazio pubblico urbano, le tipologie abitative, la monetazione, i culti, le necropoli. Ulteriore attenzione è rivolta al territorio (chora), costellato di fattorie, e al porto-canale alla foce del fiume Ippari.

Nel rimanente spazio espositivo viene posto in risalto il rapporto tra il mare e Camarina, rimasta a lungo importante centro di traffico all’interno delle rotte mediterranee. Il Padiglione ricavato dalla cantina del baglio (oggi in ristrutturazione) è dedicato interamente alla collezione delle numerosissime anfore rinvenute nelle necropoli della città, dove vennero riutilizzate per le sepolture infantili. Annoverando oltre 1000 esemplari di svariata provenienza (corinzia, attica, chiota, milesia, etrusca, punica etc ), la raccolta camarinese si colloca tra le più ricche e rappresentative del panorama archeologico internazionale. L’ex palmento del baglio, infine, ospita la collezione subacquea. Quest'ultima presenta reperti e immagini dei diversi relitti rinvenuti lungo la costa: dal relitto arcaico “dell'elmo corinzio” al c.d. relitto mamertino di età ellenistica (III sec. a.C.), fino al “relitto della galea medievale”.

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