PROGETTO: MERCATI
STORICI SICILIANI
Nell'ambito dei finanziamenti
previsti dalla Comunità Europea per Agenda 2000, il Centro ha redatto
un progetto di documentazione sui mercati storici siciliani con l'obiettivo
di verificare la persistenza e il cambiamento di forme tradizionali di
scambio, all'interno di contesti in trasformazione. Sono stati avviati
una serie rilevamenti a tappeto su tutto il territorio insulare, promossi
dal Servizio Documentazione, finalizzati alla realizzazione di materiali
sonori, fotografici e audiovisivi per la conoscenza e la valorizzazione
di queste antiche istituzioni economiche e culturali, attestate in Europa
e nell'area mediterranea sin dal Medioevo, oggi, nell'epoca della globalizzazione,
soggette a dispersione e smembramento.
Partiti dalla considerazione
del mercato storico come bene culturale tout court, coestensivo,
al suo interno, di molteplici valenze di carattere storico-antropologico,
archeologico, architettonico, storico-artistico e ambientale, la ricerca
ha avuto carattere interdisciplinare, conivolgendo diverse Unità
Operative del Servizio Documentazione: la Nastroteca, per il ruolo connotativo
che ancora oggi riveste l'universo di suoni e voci dentro il mercato,
le abbanniate [foto 14] ,
ad esempio, in uso per attirare il cliente sull'offerta; la Fototeca,
considerata l'importanza che assumono le immagini nella documentazione
dei mercati dove l'impatto visivo dei colori della merce [foto
20] e delle bancarelle [foto 21]
, elementi effimeri e mutevoli nel tempo, costituisce un fattore fondamentale
per la conoscenza del fenomeno. La Filmoteca, per la produzione di audiovisivi
sui soggetti più rappresentativi della ricerca (banditori del pesce
[foto 7] in contesti marinari
[foto 5, 8, 15, 23, 24] , attività connesse alla pesca,
carpentieri e mastri d'ascia [foto 12, 16, 19],
trattative di compravendita [foto 3, 4]
durante le fiere agricole e del bestiame, occorrenze rituali [foto
17, 18, 22, 26] legate agli spazi e ai tempi del mercato).
Le prime indagini sono partite
da Palermo per la centralità dell'argomento nella storia socio-urbanistica
della città, assumendo come area campione di tutta la ricerca il
mercato alimentare del Capo e quello di tessuti di Sant'Agostino, entrambi
ricadenti nel mandamento del Monte di Pietà, e solo in un secondo
momento, Ballarò e la Vucciria [foto 11].
Successivamente ci si è spostati in provincia, sulle zone costiere
con i borghi marinari, documentando la persistenza, nella vendita del
pescato, di forme tradizionali di scambio quali l'asta o incanto
[foto 13]: nel Palermitano sono stati
documentati Porticello, Isola delle Femmine, Terrasini, Ustica; nel Trapanese
Trapani, Mazara del Vallo, Marinella di Selinunte; nell'agrigentino Porto
Empedocle, Porto Palo di Menfi, Licata, Sciacca, Lampedusa. A Caltanissetta
è stato documentato il mercato storico dell'antico quartiere Stradafoglia
[foto 6] dei fogliamari, raccoglitori
di erbe selvatiche medicamentose, mentre in alcune zone dell'interno agro-pastorale,
sono state rilevate le maggiori fiere agricole [foto
1, 2, 10] e del bestiame, dal carattere periodico e stagionale:
Piazza Armerina, in provincia di Enna, Mojo Alcantara e Sant'Agata di
Militello nel Messinese, quella del quartiere Corso dei Mille a Palermo.
|
|
|