San Martino delle Scale Istituto Padre Semeria Al grande architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia i Benedettini Cassinesi affidarono nel 1761, l'incarico per il progetto d'ampliamento dell'Abbazia di S. Martino delle Scale. La costruzione del suntuoso edificio ha inizio nel 1763. Il corpo centrale della grande facciata di vanvitelliana memoria è interrotto da grandi finestroni, che comunicano all'interno col grande salone di ricevimento dell'Abbate, simmetrico, per ingombro, al grandioso vano contenente lo scalone d'onore. Le pitture che ornano il vastissimo ambiente, preludio delle stanze riservate all'Abbate, presentano nella fascia inferiore decori a grottesche e candelabra di ispirazione classica, mentre al di sopra di porte e finestroni, sono presenti dipinti murali monocromi con scene mitologiche L'immensa volta è suddivisa in riquadri contornati da fasce che alternano i motivi geometrici a quelli figurati di puro stile neoclassico. Al centro è raffigurato, sottolineato da un motivo circolare inscitto in un quadrato, un trionfo di putti, mentre negli altri tondi e nelle mandorle sono raffigurate figure della mitologia classica. Interessanti figurazioni paesaggistiche di sapore rovinista chiudono i quattro angoli. L'intera decorazione anche se eseguita da più mani svela una notevole coerenza decorativa rispondente ai canoni del più puro classicismo. I dipinti murali, la cui tecnica esecutiva impiegava tempera, a calce o a colla secondo la cromia utilizzata, applicata su di un sottile strato di scialbo bianco su un intonaco dello spessore di pochi millimetri, si presentavano in cattivo stato di conservazione, un primo passo per il recupero è consistito nella puntuale mappatura relativa non solo all'attuale stato in cui versavano, e che risultava di ampio degrado, ma anche al precedenti interventi di restauro. Gli interventi dell'odierno restauro si sono articolati secondo un preciso percorso metodologico finalizzato sia alle esigenze conservative che al recupero della partitura decorativa. La reintegrazione pittorica ha seguito differenti criteri a seconda della tipologia della mancanza sulla quale intervenire. Per quanto riguarda i moduli ripetitivi presenti sul cornicione sono stati riproposti elementi seriali facilmente ricostruibili per permettere una più agevole lettura d'insieme , la riproposizione dei decori è avvenuta secondo la tecnica dello spolvero laddove il disegno originale risultava parzialmente o del tutto mancante . I fondi a campitura uniforme sono stati ripresi con velatura sottotono ad acquarello, con una cromia che consentisse il "rientro" ottico nel piano dipinto. |