Himera e l'acqua: il mito, il fiume e la vita quotidiana.

Nella vita della colonia greca di Himera (648 a.C.- 409 a.C.) molteplici sono i segni e le testimonianze legate all'acqua, dalla sfera privata a quella pubblica, dal valore mitologico a quello della quotidianità. Per questa manifestazione sono stati privilegiati tre aspetti particolarmente significativi, di cui resta traccia nelle fonti storiche e nella documentazione archeologica. Il mito: narra Diodoro che transitando Eracle dalla Sicilia, le ninfe, nel territorio di Himera fecero sgorgare delle acque termali per dare ristoro all'eroe nel faticoso viaggio. Di tale leggenda, nata probabilmente dall'esistenza di copiose sorgenti d'acqua calda nel vicino sito dell'attuale Termini Imerese, resta ricordo nella monetazione di Himera, dov'è raffigurata una ninfa alla fontana con satiro che si bagna. Una figura di Eracle alla fontana è stata identificata anche in un'edicola calcarea, trovata in un centro dell'entroterra imerese, Colle Madore (Lercara Friddi), che ci ricorda la popolarità di questo mito nell'area di influenza culturale e politica di Himera. Il fiume: privilegiata via naturale di collegamento verso il ricco entroterra e canale di acque tranquille dove ormeggiare le navi, il fiume Imera Settentrionale, alla cui foce venne fondata la colonia, rappresenta un segno forte della topografia imerese ed ebbe un ruolo importante nella vita della città. Risalendo il suo corso, infatti, gli Imeresi poterono agevolmente controllare e prendere possesso del territorio, mentre sfruttando le sponde del tratto terminale, con opportune banchine, riuscirono ad organizzare il loro porto, nodo importantissimo per i collegamenti con gli altri centri vitali del Mediterraneo. La vita quotidiana: il prezioso bene dell'acqua, indispensabile alla vita di ogni comunità, era a maggior ragione vitale per una "metropoli" complessa nelle sue parti e popolosa come fu Himera nel VI e nel V sec.a.C. Gli scavi archeologici hanno evidenziato l'impegno dei coloni nello sfruttare e nel conservare le risorse idriche presenti nel sottosuolo, dotando le case della città bassa con pozzi artesiani, per captare la ricca falda d'acqua presente a 3/5 metri di profondità, e con ampie cisterne nella città alta, povera d'acqua nel sottosuolo, per avere nella stagione estiva una riserva idrica sufficiente alle normali attività della vita quotidiana.

Antiquarium di Himera: sezione subacquea.

Nella saletta dedicata all'archeologica subacquea dell'Antiquarium di Himera, sono state esposte nuove anfore da trasporto che forniscono un quadro dei più significativi contenitori che circolavano nel Mediterraneo, soprattutto in età romana imperiale.

 

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