I dipinti restaurati della Presidenza della Regione Siciliana

Il dipinto, di proprietà della Presidenza della Regione Siciliana, che raffigura una Madonna con il Bambino è stato acquisito dal mercato antiquariale nel corso degli anni '90 con un'attribuzione al genovese Pellegro Piola (1617-1640). Dell'opera si conserva in collezione privata catanese, un disegno di autore ignoto, riferibile al XVII secolo e di quasi sicura provenienza palermitana, ed un' interessante replica presso la Rettoria di Casa Professa, una variante di quest'ultima si trova, inoltre, in una collezione privata palermitana, e ancora, una più mediocre copia si rinviene presso il Museo Civico di Termini. Si sa d'altra parte che Pellegro Piola, assieme al fratello Domenico era specializzato nel replicare le opere dipinte a Genova dal Van Dyck, siamo infatti in presenza di un motivo ripreso in diversi periodi della sua carriera con varie citazioni da altre Madonne, fatto questo che rende la cronologia del dipinto in questione abbastanza incerta. Lo schema iconografico del nostro dipinto è del resto ampiamente diffuso in ambito palermitano, oltre all' analogia che può istaurasi con il dipinto della palermitana collezione Chiaramonte, che il nostro sembra riprendere in controparte conservando nel Bambino l' identica posa e che è stato vincolato come opera di Anton van Dyck, un ulteriore confronto può essere istituito con la Madonna del Rosario della Galleria regionale della Sicilia, pure attribuita al Van Dyck. La composizione studiata è del resto conosciuta tramite due versioni principali di più grande formato, dipinte da Van Dyck durante il secondo soggiorno anversese, di cui esistono numerose repliche, le principali delle quali sono quelle della Walters Art di Baltimora e della collezione Liechtenstein a Vaduz. C'è da sottolineare che una di queste tavole, dipinta a Genova dal Van Dyck per il marchese Enrico Spinola e conosciuta solo attraverso un'immagine fotografica antica, dopo essere comparsa per l'ultima volta in una esposizione di tavole di collezione privata al palazzo Bianco di Genova nel 1892, è verosimilmente la fonte ispiratrice della nostra opera. In effetti, i dipinti in questione presentano tutti innegabili punti di contatto con il gruppo di tele raffiguranti santa Rosalia dipinte dal pittore fiammingo durante il suo soggiorno isolano o riconducibili al suo ambito, di cui si conservano ancora a Palermo l'esemplare della Galleria Regionale della Sicilia , proveniente dalla collezione Malvagno, quello dell'Oratorio dell'Ospedale dei Sacerdoti, opera di bottega, e quello della chiesa di S.Anna, pure di scuola. Appare chiaro, pertanto, che la tela della Presidenza è un'opera di primaria importanza, restituita al suo primigenio splendore dal recente restauro, direttamente ricollegabile allo stretto ambito del pittore fiammingo se non alla sua stessa mano e potrebbe essere stata eseguita durante il suo soggiorno palermitano che alla luce dei recenti studi è più lungo di quanto un tempo ipotizzato. Il secondo dipinto, acquistato nelle medesime circostanze del precedente, ed in seguito pure restaurato, è una pregevole opera raffigurante la Sacra famiglia. . L'opera potrebbe essere attribuita a Francesco Antolinez Y Sarabia (Siviglia 1644- Madrid 1700) , maestro delle scuola Sivigliana allievo di Josè Antolinez , uno dei migliori rappresentanti della pittura madrilena del regno di Carlo II nonché allievo di Murillo di cui riprende la maniera ed il cromatismo. La nostra opera può pure essere avvicinata alla serie delle Scene della vita della Vergine provenienti dal convento di S.Filippo Reale di Madrid ed in atto conservati al Museo del Prado di Madrid nonché alla Sacra Famiglia del Museo Nazionale di Budapest ad al Gesù Bambino dormente del Museo dell'Ermitage.

 

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