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Scheda Evento

 
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28/09/2005
  Soprintendenza BB.CC.AA. di Ragusa  Stampa   
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Città
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Ragusa
Provincia
tr Ragusa  
   
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Luogo
tr Museo Archeologico Ibleo
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Indirizzo
tr Via Natalelli (Palazzo Mediterraneo)
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Telefono
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0932622150 - 249411 tr
Fax
tr 0932623044 tr
e-mail
tr urpsoprirg@regione.sicilia.it
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Titolo
tr Gli argenti di Paternò
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Tipologia
tr Mostra reperti archeologici
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Descrizione
tr Mostra di 5 dei 7 reperti in argento databili al IV sec.A.C. provenienti dal Pergamonmuseum di Berlino
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Data
tr 1 ottobre 2005 - 15 gennaio 2006
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Orari
tr 9,00-13,30 e 16,00-19,30
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Informazioni
tr D.ssa Beatrice Basile Soprintendente BB.CC.AA. Ragusa, tel.0932-622150, 0932-249457, fax 0932-623044
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Agevolazioni
tr E' previsto il solo costo del biglietto d'ingresso al Museo: euro 2,00 intero ed euro 1,00 ridotto: gratuito nei casi previsti dalla normativa vigente
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Finanziamento
tr Capp. 376541 - 376538 - 376523 e.f. 2005 Assessorato BCA Palermo
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Altro
tr I reperti sono esposti per la prima volta in Italia
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Note
tr Nell’ambito dell’ormai collaudato rapporto di scambi fra il Museo Archeologico Ibleo e il Pergamonmuseum di Berlino, si inaugura a Ragusa, il 1 Ottobre 2005, la mostra “Gli Argenti di Paternò dal Pergamonmuseum di Berlino”. Avventurosa, ed emblematica di un periodo della storia dell’archeologia italiana, è la vicenda degli oggetti esposti. Nella primavera del 1909, ai piedi della torre del Castello Normanno di Paternò, una contadina rinveniva, casualmente, un tesoro di argenterie di inestimabile valore, di cui quasi subito si perdevano le tracce. Sottratto all’ingenua contadina per pochi soldi da astuti trafficanti, il tesoro finiva sul mercato antiquario, allora alimentato dell’inesausta brama di collezionismo di nobili e regnanti, e dopo diverse, e ancor oggi oscure, peregrinazioni finivano all’Antiquarium di Berlino, nucleo dell’attuale complesso museale della capitale tedesca. Il tesoro è databile al IV sec.a.C. e rappresenta il più antico complesso di argenteria del mondo greco. Si componeva in origine di nove o dieci pezzi, ma allo stato attuale è difficile risalire alla sua reale consistenza. Al Pergamonmuseum si conservano solo sette pezzi, costituiti da coppe, pissidi decorate a sbalzo, un grande piatto portauovo e un bicchiere scanalato, per la maggior parte forniti di iscrizioni a punzone attestanti il nome del possessore. Alla fine degli anni Novanta, il tesoro è stato in parte sottoposto a restauro e ad analisi chimico-fisiche da parte dell’équipe del Pergamonmuseum. Lo studio esaustivo dei pezzi li ha rivelati come prodotti del fiorente artigianato delle oreficerie di Taranto, che diffusero le loro raffinatissime creazioni nell’ambito del mondo magnogreco sullo scorcio del IV sec. a.C. La mostra, che si protrarrà fino al 15 gennaio 2006, comprende cinque dei sette pezzi berlinesi, finora mai esposti in Italia. Come nelle precedenti mostre nate dalla collaborazione fra i due istituti museali, Il filo conduttore è il nostos, parola greca che vuol dire “ritorno”: il ritorno, sia pure temporaneo, nell’originaria terra di appartenenza, di oggetti ormai da lunghi decenni “esuli” e la cui lontana diaspora fu certo una perdita per il pur inesauribile patrimonio archeologico italiano ma fu anche fermento e lievito per la cultura europea agli inizi del Novecento.
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