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News del 09/07/2009

Un incontro al MEAB per parlare di Antonino Uccello


Per la giornata “Tra monti e acque, il nostro territorio racconta”, organizzata dal sistema museale della Provincia di Lecco, al MEAB il direttore Massimo Pirovano e Gaetano Pennino, direttore della “Casa museo Antonino Uccello”, hanno parlato di: “Antonino Uccello, maestro, etnografo, museologo, dalla Sicilia alla Brianza e ritorno”. Antonino Uccello, per chi non lo conoscesse, era un siciliano, precisamente siracusano, che, per insegnare nelle scuole elementari, emigrò in Brianza tra gli anni ’50 e i primi anni ’60. Era dunque un maestro, che aveva la passione per le tradizioni popolari: dopo il diploma, Antonino Uccello cercò subito di coltivare questa passione, avviando molte ricerche etnografiche sul mondo contadino siciliano, a cui lui apparteneva in quanto proveniente da una famiglia rurale. Legato alla sua terra e alla cultura popolare siracusana, Uccello ha mostrato una curiosità onnivora e un forte interesse per quel mondo che dal secondo dopoguerra stava modificandosi o addirittura scomparendo. Intuì che la cultura popolare, in cui lui era cresciuto, stava cambiando e, per tale ragione, iniziò a fare ricerca raccogliendo minuziosamente oggetti, testimonianze, canti popolari, musiche, filastrocche e altri documenti dalle fonti orali. Costretto ad emigrare al Nord per cercare un posto di insegnante di scuola elementare, finì per esercitare la sua professione in Brianza, ma non per questo abbandonò la sua passione. Infatti, la sua permanenza, che durò circa dieci anni, non portò a una battuta d’arresto nelle sue ricerche. Anzi il suo profondo interesse per l’etnografia e per la cultura popolare in generale, lo spinse ad interessarsi anche alla tradizione popolare brianzola. Fece quindi ricerche nel nostro territorio, raccogliendo testimonianze di persone che, per l’epoca in cui furono realizzate, sono uniche e assai importanti. Dagli inizi degli anni sessanta, il maestro ritornò in Sicilia e, in collaborazione con l’Archivio di Santa Cecilia di Roma, continuò a fare ricerca, non solo nel siracusano, ma un po’ in tutta l’isola. Morto prematuramente, Antonino Uccello ha lasciato un patrimonio di beni materiali e immateriali di grandissima importanza: alcuni si trovano nella “casa museo di Antonino Uccello” a Palazzolo Acreide (Siracusa), inaugurata da lui stesso nel ‘71, mentre molte delle sue registrazioni, tra cui quelle realizzate durante la sua permanenza in Brianza, sono ancora custodite presso l’archivio romano. I due musei di Galbiate e di Palazzolo, intendono collaborare per valorizzare questo materiale inedito, che potrebbe aggiungersi alle pubblicazioni che il museo siciliano ha già edito sul folklore musicale siciliano. Ci auguriamo, quindi, di avere presto l’occasione di apprezzare ancora di più il lavoro dallo studioso siracusano. MONICA VALNEGRI