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News del 12/10/2008

Mazurche e tarantelle quando non c’era la tv


«I barbieri con la loro musica hanno sfatato il luogo comune che i siciliani siano sempre tristi, ombrosi, tragici» scrive Giuseppe Maurizio Piscopo fisarmonicista e leader della Compagnia di canto e musica popolare. Un libro e un disco come viaggio nella Sicilia sparita tra le musiche e i ricordi degli anziani. Andrea Camilleri racconta il suo "Salone di don Nonò" ma in tutti i paesi era tradizione che gli uomini si riunissero per fare circolo nei saloni da barba. Per discutere ma anche per fare musica fino a notte. Mandolino, mandola, contrabbasso, fisarmonica: un modo per passare le lunghe serate quando non c’era la tv. Ventuno brani costati cinque anni di lavoro sono il risultato del cd e volumetto "Musica dai Saloni" della Compagnia di Canto e musica popolare. Un lavoro di ricerca e di recupero dall’oblio reso possibile grazie al finanziamento dell’Unione Europea e della Regione Siciliana per la Casa Museo Antonino Uccello di Palazzolo Acreide. I brani hanno nomi suggestivi come Speranze perdute, Ciaula, Mazurca di Ciò Ciò, U sciauru du sonu. Alcuni melodici, altri a ritmo di tarantella.