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Il Satiro Danzante all'Esposizione Universale di Aichi (Giappone)
25 marzo - 25 settembre 2005
Il 15 settembre è stata firmata la convenzione tra Assessorato
regionale dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione,
Dipartimento regionale Beni Culturali e Ambientali e dell'Educazione
Permanente e il Commissariato Generale di Governo per l'Esposizione
Universale di Aichi per lo sfruttamento dell'immagine del Satiro
Danzante.Il tema dell'esposizione è "La saggezza della
natura" e la presenza italiana è inserita nell'ambito
della Sezione dedicata al Mar Mediterraneo.Un comitato di esperti,
nominati dal Commissario Generale di Governo designato, ha concordato
sull'opportunità di indicare quale fulcro del futuro Padiglione,
e quale immagine simbolo dell'Italia, la statua detta del "Satiro
Danzante", attualmente esposta nel Museo Archeologico della
Chiesa di S. Egidio di Mazara del Vallo.Nella prospettiva della
prossima, prevista formalizzazione dell'accordo per il prestito
della statua - sia fin d'ora opportuno creare le condizioni affinché
in Italia ed all'Estero, e particolarmente in Giappone, sia dato
il giusto eco sui mass-media al trasferimento ed alla esibizione
del "Satiro Danzante" nell'ambito della Esposizione Universale
di Aichi.La disponibilità espressa al prestito da parte del
Governo Regionale, alla luce del preminente interesse nazionale
connesso all'iniziativa ed ai previsti ritorni, portera’ vantaggi
alla Sicilia, sia sul piano dell'immagine sia per quanto riguarda
i flussi turistici e i rapporti commerciali.
Il
Ritorno del Satiro
Sabato 12 luglio, alle ore 18,30,
a Mazara del Vallo, in Piazza Plebiscito, il Presidente della
Regione Siciliana on. Salvatore Cuffaro inaugurerà il Museo
del Satiro, ospitato nei locali dell'ex chiesa di Sant'Egidio,
messa a disposizione della città. Saranno presenti alla cerimonia
l'Assessore Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali on.
Fabio Granata, l'Assessore Regionale al Turismo on. Francesco
Cascio, il Presidente della Provincia di Trapani prof.ssa Giulia
Adamo e il Sindaco di Mazara del Vallo Carmelo Vella.
La restituzione del capolavoro restaurato al suo territorio arricchisce
il patrimonio culturale siciliano di un'opera straordinaria,
la cui origine è da inquadrarsi presumibilmente nel IV secolo
a.C. in ambiente greco.
La statua bronzea raffigura un Satiro che danza con un dinamismo
- una forte flessione sul fianco destro e il capo rivolto verso
l'alto in modo innaturale che si inquadra in uno schema
abituale già dal IV sec. a.C.. La superba naturalezza, ed
eccezionalità ad un tempo, del movimento di questo capolavoro
dell'arte antica, non possono fare dimenticare quella che è,
senza ombra di dubbio, la caratteristica più pregnante della
statua: la sua magnifica testa, attraversata da un ventoso turbinio
impalpabile, ma non meno efficace e vigoroso, che ne modella sia
le sembianze anatomiche (zigomi, occhi, naso e bocca), che, soprattutto,
la sconvolgente chioma. La testa è innaturalmente inarcata
dalla dinamica del movimento vorticoso del personaggio, che riesce
a sconvolgere anche le più elementari regole della naturalezza
e che non può non essere opera di un grande maestro.
Come è noto, il Satiro venne ripescato nel marzo del 1998
dal motopesca mazarese Capitan Ciccio, di proprietà degli
armatori Asaro e Scilla, al comando di Francesco Adragna, che rinveniva,
nel mare tra Pantelleria e l'Africa, una statua bronzea a grandezza
naturale rappresentante un Satiro La scoperta, per l'assoluta
eccezionalità del reperto, prestissimo travalica i limiti
ristretti dell'ambiente scientifico e pone vita al problema
del suo recupero e della sua valorizzazione
Per il suo restauro dalle incurie del tempo e del mare, che avevano
compromesso la sua natura e la sua consistenza, il Satiro approdò
nella capitale e fu affidato all'Istituto Centrale del Restauro
che, a sua volta, si avvalse di altri specialisti per integrare
le sue conoscenze con quelle derivanti da altri tipi di indagini
specialistiche.
Ma la storia del ritrovamento e quella del suo restauro, così
come il successo della sua esposizione alla Camera dei Deputati
fanno già parte del passato del Satiro. La sua collocazione
definitiva a Mazara apre invece scenari e prospettive nuove agli
itinerari turistico culturali e soprattutto porta la Sicilia in
posizione strategica, sinergica con le nazioni mediterranee, per
il settore nella ricerca archeologica subacquea in alto fondale
in acque internazionali. E' questa la nuova frontiera dell'archeologia
per le potenzialità dei rinvenimenti, per le tecnologie coinvolte
e per i problemi di diritto internazionale che si sollevano e che
la portata di ritrovamenti quali il Satiro contribuisce a risolvere.
E' del resto risaputo che quello spazio di mare è estremamente
ricco di testimonianze archeologiche essendo stato nel passato luogo
di scoperte fortuite di oggetti d'interesse archeologico, soprattutto
anforacei.
Ma che il Satiro avesse compagni di viaggio è molto più
che un'ipotesi remota poiché appare assai presumibile
che si trovasse inserito in un complesso scultoreo costituito da
altri Satiri e da Menadi accomunati in una vorticosa ed estatica
danza orgiastica tipica del ciclo dionisiaco: la posizione del capo,
fortemente rivolto indietro, e gli arti superiori alzati indicano
il suo probabile inserimento in una gruppo vorticoso con altri compagni
di rito.
Dato questo accreditato dalla numerosa serie di confronti iconografici,
alcuni estremamente puntuali, con rappresentazioni su ornamenti
che ritraggono simili personaggi, in analoga danza estatica, accompagnati
da altri compagni di rito.
Rimane tuttavia l'unicità del manufatto per dimensioni
(quanto ci è dato di conoscere del ciclo dionisiaco non ha
confronti con questo bronzo), arditezza della realizzazione sul
piano statico e bellezza del modellato, che raggiunge nel fluire
dei capelli la sua aliquota artistica più alta.
La possibilità di ammirare il Satiro nella degna sede espositiva
costituita dal complesso di Sant'Egidio, nella zona più
storicamente caratterizzata di Mazara, consente di esprimere l'auspicio
che il bronzo sia visto non come unica testimonianza di ciò
che questa zona del Mediterraneo abbia rappresentato nella storia
dei paesi rivieraschi, ma come spunto per ripercorrere, attraverso
una selezione di oggetti d'interesse archeologico recuperati
nel medesimo mare, la storia del Canale di Sicilia e delle relazioni
tra Sicilia e Nord-Africa.
In occasione dell'apertura del Museo del Satiro, saranno intanto
esposti altri reperti provenienti dalle acque del canale di Sicilia,
fra cui il frammento bronzeo di zampa di elefante di epoca punico-ellenistica,
un calderone bronzeo di epoca medievale, una selezione di anfore
da trasporto di epoca arcaica, classica, ellenistica, punica, romana
e medievale. Verranno esposti anche due cannoni in ferro provenienti
da Torretta Granitola, da cui provengono alcuni capitelli corinzi
e ionici anch'essi esposti.
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