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Missione antichi porti del nord Africa - Tunisia 2016


La missione archeologica è stata organizzata sulla base di una collaborazione tra PAM (Prima Archeologia del Mediterraneo), la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e l’Institut Nationale du Patrimoine di Tunisi. Diretta da Sebastiano Tusa e composta da Floriana Agneto (operatrice subacquea e disegnatrice, Soprintendenza del Mare), Ouafe Ben Slimane (archeologa subacquea, Institut National du Patrimoine di Tunisi), Cecilia Buccellato (archeologa), Pietro Selvaggio (archeologo subacqueo, Soprintendenza del Mare), Alfredo Cerrato (topografo, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli), ha operato nell’area di Sidi Mechreg, governatorato di Bizerta, sulla costa nord occidentale della Tunisia tra Cap Negro e Cap Serrat.


Nella zona insistono quattro evidenze archeologiche: una struttura portuale fortificata moderna (XVII secolo) in prossimità del mare, un complesso termale di epoca tardo romana costruito in opus africanum, una fortezza medievale del tipo ribat quadrangolare con torrette semicircolari agli angoli e ai bordi dell’ingresso a metà del lato meridionale ed un cimitero ancora in uso con frequentazione verisimilmente contemporanea alle strutture antiche. Dall’8 al 15 dicembre si sono effettuate le seguenti operazioni: scavo di tre vani del complesso termale di epoca tardo romana con la messa in luce di mosaici policromi a carattere geometrico/floreale; rilievo ortofotografico finalizzato alla redazione di documentazione planimetrica del complesso termale, del fortilizio medievale e della struttura fortificata portuale di epoca moderna (XVII secolo) in prossimità della costa; ricognizione archeologica dell’area circostante i tre complessi monumentali e ricognizione subacquea dell’area antistante i tre complessi monumentali.




Le strutture erano state già analizzate nella campagna 2015 ed erano già note alle cronache archeologiche grazie ad alcuni resoconti preliminari. Tuttavia manca del tutto una documentazione adeguata dei complessi e dei pavimenti musivi solo parzialmente documentati nelle pubblicazioni; di conseguenza anche la loro esatta interpretazione crono-culturale e funzionale risulta carente e imprecisa. La ricognizione terrestre ha permesso di raccogliere testimonianze connesse con il complesso termale che avvalorano la sua datazione all’epoca tardo romana ma che lo studio accurato dei materiali permetterà di dettagliare con maggiore precisione. Anche la documentazione dettagliata dei pavimenti musivi permetterà di evidenziarne con precisione cronologia e pertinenza culturale. La ricognizione terrestre ha permesso anche di evidenziare la presenza di elementi datanti nei pressi del fortilizio medievale che, insieme ad un gettone/moneta di vetro recuperato, permetteranno di inquadrarne esattamente la cronologia. La ricognizione subacquea ha avuto esito negativo nell’area delle due baie che insistono a Est e Ovest della prominenza rocciosa su cui sorge la struttura portuale fortificata moderna dove, invece, si è riscontrata la presenza di strutture in situ subacquee che indicherebbero l’estensione in mare dell summenzionata struttura connotandola come un vero e proprio caricatore.

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